BIOGRAFIA
Giorgetto Giugiaro nasce a Garessio (Cuneo) nel 1938.
Frequenta il liceo artistico e segue corsi serali di disegno tecnico.
Nel 1955, alla mostra figurinistica di fine anno, Dante Giacosa nota il suo lavoro. Giugiaro entra in Fiat, all’ufficio Studi Stilistici Vetture Speciali.
Nel 1959 viene assunto da Nuccio Bertone in qualità di capo del Centro Stile.
Nel 1965 è direttore del Centro Stile e del reparto Prototipi della carrozzeria Ghia.
Nel 1968 fonda a Torino Ital Design, con Aldo Mantovani.
Tra le ideazioni Ital Design: Alfa Romeo Alfasud (1971), Volkswagen Golf (1974), Fiat Panda (1980 Compasso d’Oro nel 1981), Fiat Uno (1983), Fiat Punto (1993;Car of the Year e Compasso d’Oro nel 1995).
Nel 1981 Giorgetto Giugiaro fonda Giugiaro Design, con interessi al di fuori del settore automobilistico.
Gli vengono assegnate honoris causa la laurea al Royal College of Art nel 1984 e la laurea alla University of Rousse, in Bulgaria, nel 1996. Nel 1999 viene nominato cavaliere della Repubblica italiana.
GIORGETTO GIUGIARO DESIGNER
Ital Design nasce nel 1968, sodalizio tra affermato car designer Giorgetto Giugiaro e Aldo Mantovani, esperto nella progettazione tecnica.
“Si presenta con una formula inedita”, commenta Giampiero Bosoni, “rispetto al tradizionale mondo della carrozzeria, offrendo alle case automobilistiche un servizio integrato ed organico che sviluppa studi dettagliati di progettazione per la costruzione in media e grande serie dei veicoli, definisce le tecnologie di produzione, disegna le attrezzature per la fabbricazione in serie (macchinari, utensili, dispositivi d’automazione, etc.), determina tempi e costi del processo produttivo.
Figura di punta e solo responsabile della definizione del prodotto all’Ital Design è Giorgetto Giugiaro”.
Come egli stesso dichiara in Ital Design. Thirty on the Road, l’intenzione di coniugare per l’approccio più soddisfacente le due esperienze (creativa la sua, tecnica quella di Mantovani) nasce in Giugiaro dall’occasione Alfasud.
“Attorno alla meta del 1967, Rudolph Hruska…cui all’epoca era affidata la direzione tecnica dell’Alla Romeo, convoca in un bar di Torino Mantovani e me per parlarci di un nuovo progetto. Non soltanto di una nuova automobile, ma dello stabilimento che avrebbe dovuto costruirla…
Per noi si tratta di un’incredibile opportunità: un progetto chiavi in mano di una vettura di grande serie.
Cosi ci buttiamo anima e corpo in questo lavoro gigantesco.
Io nel mio piccolo ufficio di via Giolitti 49, nel centro di Torino, abbozzo i figurini a colori della gamma Alfasud, che comprendeva anche alcune varianti poi non prodotte. Mantovani, insieme con i suoi soci: Luciano Bosio e Gino Boaretti, a Grugliasco, appena fuori Torino, comincia a studiare la composizione della scocca e l’impostazione delle linee di montaggio”.
La necessità di ottimizzare il lavoro di entrambi spinge Giugiaro alla costituzione di una società con sede operativa comune.
Tema base della filosofia progettuale Ital Design: la vettura di alta produzione seriale nella definizione tecnico-estetica più esauriente. Quanto al prima caposaldo, l’Alfasud del 1971: “il suo package”, annota Giuliano Molineri, “verrà preso come punto di riferimento dal mondo dell’auto per decine di modelli successivi…
Vero, insostituibile pregio del modello, l’abilità. Giugiaro accorda alla distanza tra il pedale del freno e il punto H (l’appoggio lombare) dello schienale del sedile posteriore una quota di 1770 mm, eccezionale per una berlinetta, e un’abitabilità in altezza per la seconda fila ottenuta con il prolungamento del tetto prima della discesa netta del lunotto sulla coda tronca…
La Golf del 1974…rappresenta una drastica inversione di tendenza; assurge al ruolo di antesignana berlinetta compatta due volumi, con linee squadrate e la formula si conferma vincente: sviluppo verticale, riduzione della quota di lunghezza con meno ingombro sul terreno, meno peso, più manovrabilità”.
Mentre Alfasud nella concretizzazione seriale patisce le traversie di una deficitaria organizzazione produttiva, la Golf, designata succedanea del leggendario Maggiolino, nasce forte di una consolidata tradizione.
Il design Giugiaro verrà in esso premiato da un successo in ambito internazionale ben più duraturo.
Il 1980 è l’anno di Fiat Panda “L’intuizione dell’amministratore delegato Fiat“, continua Molineri, “funge da cahier des charges molto preciso anche se laconico“.
“Mi aspetto una vettura alla francese, tipo Citroen 2CV o Renault 4, che privilegi lo spazio per i passeggeri e i bagagli, che sia all’apparenza rustica ma fondamentalmente razionale. Peso e costo dovranno essere simili a quelli della 126, il modello che dovrà rimpiazzare”.
“Nascono da qui le scelte di fondo che caratterizzeranno la nuova utilitaria: vetrature piane, apertura porta con cerniera a vista…sedili a struttura semplificata, montanti interni verniciati nel colore dell’esterno della vettura e dunque non rivestiti, versatilità e adattabilità della panchetta di seconda fila con schienale estraibile e arrotolabile per liberare uno spazio enorme per una utilitaria, pannelli porta essenziali, plancia in tessuto con porta oggetti a vista”.
Nel 1983 nasce Fiat Uno.
Tra il 1984 e il 1985 Saab 9000, Lancia Thema e Fiat Croma; le vetture per ragioni di economicità di scala hanno comuni componenti: il pianale, le porte, il parabrezza.
Nel 1993 nasce Fiat Punto. E sempre Molineri: “Sintetizza Giugiaro: La Fiat Punto una due volumi che tende al monovolume per i suoi vantaggi in visibilità e sistemazione degli organi meccanici, con un profilo tra cofano, parabrezza e specchio di coda, tracciato per rispondere ai più severi requisiti aerodinamici.
Ho puntato sulla qualità tradotta in pulizia delle forme”.