‘II designer di domani dovra attingere al suo retroterra culturale (tradizioni, colori, storia) per dare ai suoi prodotti un’autenticità e un’originalità indipendenti dalle tendenze della moda o della globalizzazione”, guidati da questo pensiero, i fratelli brasiliani Fernando e Humberto Campana si sono imposti in questi ultimi anni all’attenzione del mondo del design.
I fratelli Campana (uno avvocato, l’altro architetto) hanno lasciato le loro professioni originali per diventare artisti, e alla fine designer. Il loro lavoro è indissolubilmente legato alla vita e alla cultura del loro Brasile nativo: la povertà diffusa, il rivestimento non lucidato che caratterizza l’industria locale, l’artigianato tradizionale degli indiani nativi e il caos che regna nelle città.
Nella loro idea di progettazione di elementi, di arredo è determinante l’utilizzo di quanto a un designer può essere suggerito dall’ambiente in cui egli è nato e vive. Nel loro caso, in un paese di grandi contraddizioni come il Brasile, ricchezza e povertà convivono l’una accanta all’altra, in un paesaggio che non conosce soluzione di continuità tra quartieri alti, e favelas.
In una società come questa, ciò che la classe ricca scarta può diventare, per vicini nullatenenti, materiale utile alla fabbricazione di suppellettili. Nel momento in cui osservano ciò, i Campana sono designer sperimentali the si autoproducono e per i loro mobili usano appunto materiali, di recupero: giocattoli the si trasformano in sedute non convenzionali.
Questi loro oggetti, che ricorrono alla pratica del ready-made, hanno anche un contenuto di denuncia sociale molto forte. Le loro sedute parlano un linguaggio votato a libertà e informalità, ideale prosecuzione della ricerca avviata dal design radicale negli anni Sessanta. Quando l’azienda Edra si proporrà per la serializzazione del loro lavoro, sorgeranno numerose polemiche a proposito di un mobilio considerato ben più assimilabile a un’opera d’arte che non a una produzione industriale.
Ai Campana verrà inoltre rimproverato di avere tradito lo spinto eversivo delta loro graffiante critica sociale, avendo tradotto le loro prime autoproduzioni, dal linguaggio forte e crudo, in versioni patinate. Certo che, con una più ampia visibilità ottenuta accettando di entrare nel circo mediatico del design, i Campana e le loro opere si sono fatti conoscere da un pubblico assai vasto, ed il loro messaggio è giunto ben più lontano di quanta essi avessero potuto inizialmente prevedere.
Nella realizzazione di questo progetto e di altri che abbiamo già visto qui, qui e qui, Fernando e Humberto Campana perseguono l’obiettivo di trovare soluzioni creative, utilizzando oggetti quotidiani: con Anemone i tubi di plastica di una normale pompa da giardinaggio diventano una comoda poltrona.
L’idea alla base della poltrona Anemone (ispirata all’anemone di mare, un invertebrato marino della famiglia dei coralli) è stata concepita come una visione in uno dei sogni di Humberto Campana, ma è stato il fratello Fernando a realizzarla dando all’immagine la sua forma arrotondata e organica .
La struttura in acciaio della poltrona viene rifinita in modo impeccabile con metodi industriali, mentre i tubi di plastica sono intrecciati a mano (casualmente), in un modo che ricorda il lavoro delle tribù indigene brasiliane e di altre culture tradizionali.
A catalogo Edra, prezzo circa 2.800,00 euro.