Magistretti non fu il primo designer a cercare di realizzare una sedia di plastica stampata in un unico pezzo.
La sedia Selene è tuttavia una delle espressioni più eleganti di quel particolare paradigma di design, e la chiave del suo successo risiede non nell’aver resistito al materiale di cui è composta, ma nell’averlo sfruttato, e nella tecnologia impiegata.
Negli anni Sessanta, quando incominciò a sperimentare con vari tipi di plastiche, Magistretti era già un architetto e un designer di mobili, sistemi di illuminazione e altri prodotti, dalla considerevole esperienza.
Nel decennio che aveva preceduto la realizzazione di questo design erano stati compiuti grandi progressi nel campo della tecnologia applicata alla plastica, e la produzione in serie poteva a quel punto avvalersi di una grande quantità di materiali sintetici inediti.
La Selene è realizzata in poliestere stampato a iniezione e rinforzato con fibra di vetro.
Il produttore era Artemide, un’azienda tecnologicamente all’avanguardia, che propose il materiale a Magistretti.
Le sedie stampate in un pezzo unico offrono enormi vantaggi a chi le realizza, perché la loro produzione è notevolmente veloce rispetto alle sedie basate su tecniche tradizionali, anche se si rivelano molto complesse dal punto di vista tecnico e gli apparecchi e macchinari necessari alla loro fabbricazione sono particolarmente costosi.
Il rischio per il produttore è quindi molto elevato qualora la sedia si riveli un insuccesso di mercato.
La caratteristica più sorprendente della Selene è l”innovativa forma a S delle gambe, costituita da un efficace e sottile strato in plastica privo di un nucleo solido: talee sezione conferisce loro solidità strutturale, riducendo al contempo il peso della sedia stessa.
La loro forma implica inoltre che possono essere modellate insieme alla seduta e allo schienale. Fra i suoi molti pregi, infine, la Selene è anche impilabile.
1 Comment