BIOGRAFIA
Gaetano Pesce nasce nel 1939 a La Spezia. Si laurea in architettura all’Università di Venezia nel 1965.
Nel 1969 progetta per C&B Italia (ora B&B Italia) la serie UP. Disegna inoltre per Cassina, Bernini, Venini e nel 1971 fonda Bracciodiferro per la produzione di oggetti sperimentali: la sedia da tavolo Golgota, del 1972, la scrivania Arca, del 1974.
Nel 1972 partecipa alla mostra “Italy: The New Domestic Landscape”, organizzata dal MOMA di New York. Nel corso degli anni entrano in produzione da Cassina numerose sue ideazioni: del 1975 Sit Down, sistema di seduce diversificate; del 1980 il divano Tramonto a New York e il tavolo Sansone; del 1987 le poltrone I Feltri.
Nel 1983 si trasferisce a New York. Tra il 1993 e il 1995 progetta gli uffici dell’agenzia della Chiat/day/Advertising a Manhattan.
Nel 1996 cura l’allestimento della personale al Centre Pompidou di Parigi: “Gaetano Pesce, le temps des questions”.
Docente all’Institut d’Architecture et d’Etudes Urbaines a Strasburgo e alla Cooper Union a New York, dove vive e lavora, fonda le società Fish Design e Open Sky, attive nella creazione di oggettistica postmodern.
Vive e lavora a New York.
GAETANO PESCE DESIGNER
Da una intervista a Gaetano Pesce:
La poltrona donna credo di non sbagliarmi nel dire che è uno dei primi oggetti in schiuma di poliuretano, che hanno fatto nascere una tecnologia nuova a quel tempo, perché erano dei grandi oggetti imballati sotto vuoto, che avevano questa magia di aprire l’imballaggio e vedere questi oggetti che lievitavano.
Ma nello stesso tempo l’apertura dell’industria italiana dell’epoca, che era particolarmente aperta (non so se lo sia ancora oggi, ma allora, negli anni sessanta, era straordinariamente aperta), mi ha dato la possibilità di esprimere altre preoccupazioni.
Mi ricordo che con quella poltrona ho voluto parlare di una condizione umana che ancora soffre di non libertà, in certi paesi almeno, e che è la prigionia della donna vittima dei pregiudizi degli uomini. perché vive in condizioni ancora inaccettabili in certi paesi.
Non so se offendo qualcuno dicendo che in india in una famiglia, che ha una figlia e che si ammala, non si chiama il dottore, mentre, se il figlio si ammala, si chiama il dottore.
Anche in cina è, più o meno, la stessa cosa.
Quindi, spiega che c’era un modo nuovo per me di parlare politicamente: non attraverso manifesti o comunicazioni che sono un po’ obsolete, ma farlo con un oggetto industriale aveva un potenziale nuovo di comunicazione.
Il periodo successivo mi ha portato a interessarmi più di materiali e di sperimentazioni su materiali, perché ero abbastanza ignorante su questo, come gran parte dei miei colleghi.
E molti lo sono ancora tutt’oggi, purtroppo. I materiali che sono testimoni dell’epoca, estremamente vicini al nostro fare. visto che la scuola non mi aveva insegnato niente, come succede spesso alla scuola, purtroppo, ho dovuto farmi questa conoscenza e esperienza da solo. quindi, ho preso un periodo per darmi da fare a capire queste nuove forme e cosa potevo esprimere con queste nuove forme materiali.
In seguito, mi sono interessato al mercato per mostrare (compio dei salti un po’ confusi; non sono mai stato ordinato, ma mettiamo che sia ordinato) che l’avanguardia o l’oggetto avanzato costa troppo.
Ho voluto dimostrare che certi oggetti, fatti con materiali estremamente innovativi e molto sofisticati, possono costare quei soldi che i giovani, le generazioni giovani hanno in tasca e possono dunque acquisire degli oggetti che sono portatori di modernità o di contemporaneità senza spendere, senza investire delle somme importanti.
Questo mi ha interessato per un certo momento.
Poi mi ha interessato molto – e questo è un problema molto profondo e che ha un valore globale – il fatto che il 75% della manodopera del mondo è una manodopera ignorante.
Questo è detto senza offesa, ma semplicemente perché non ha avuto modo di istruirsi. Quindi noi progettisti dobbiamo dedicare i nostri progetti a questa manodopera non sapiente che ha il diritto di guadagnare la propria vita.
Noi abbiamo il dovere di fare dei progetti che, anche se sono eseguiti male, risultano formidabili.
Quindi mi sono industriato a capire come si poteva fare delle opere malfatte che risultassero altamente espressive della nostra epoca, che è un’epoca malfatta.
Ecco, a questa manodopera non sapiente ho cominciato a dare un valore pratico, cercando di fare queste produzioni, con questa piccola compagnia che avevo creato, in Messico dove, appunto, c’è molta di questa manodopera non sapiente, utilizzandola nel modo con cui loro sanno fare le cose oppure in maniera sperimentale.
Quando non si sa, si prova e, provando, si fanno delle opere che testimoniano, tra l’altro, un’epoca che non è perfetta, un’epoca che ha ancora dei problemi, che ha ancora delle guerre; un’epoca che ha delle epidemie; un’epoca che, tra le altre cose positive, ha anche dei problemi. è giusto partire da questa realtà per testimoniarla.
Quindi, questa piccola compagnia produceva in messico per un certo periodo.
Poi, per me, era troppo difficile andare ogni settimana in Messico per vedere cosa facevano.
Quindi, è stata trasferita a New York, dove immigranti, magari con problemi di trovare un lavoro perché non hanno nessuna preparazione, eccetera, possono trovare il modo di guadagnare la loro vita facendo questi oggetti che sono oggetti malfatti, che però – alla fine di questi processi produttivi che si basano sui difetti, si basano appunto sulla non capacità del lavoro – molta gente ama.
Quindi, in un certo senso, questo vuol dire che hanno toccato un certo pubblico, un certo mercato e, quindi, questo mi ha dato una certa soddisfazione.