George Nelson

BIOGRAFIA

George Nelson nasce a Hartford, nel Connecticut, nel 1908. Studia alla Yale University fino al 1931, quindi frequenta la Catholic University di Washington per un solo anno.

Vinto un Rome Prize, si trasferisce a Roma, dal 1932 al 1934, per seguire i corsi dell’American Academy. Condirettore delle riviste “Architectural Forum” e “Fortune”, nel 1935 scrive per la “Pencil Points”.

Apre uno studio nel 1936 a New York, con William Hamby. II sodalizio ha termine nel 1941.

Dal 1941 al 1944 insegna alla facoltà di architettura della Columbia University di New York.

Sempre nel 1944 succede a Gilbert Rohde alla Herman Viller, in qualità di design director, mantenendo l’incarico fino al 1965. Nel 1947 fonda a New York lo studio George Nelson & Co. che diventerà George Nelson & Associates nel 1953.

Nel 1952 disegna per la Phy-Lac-Tic Brush Co. una linea di piatti in melammina.

Del 1956 è la sedia Coconut e del 1964 la Action Office per Herman Miller. Nel 1957 disegna Experiment House, una casa modulare in plastica.

Saggista e critico, Nelson preconizza l’avvento delle tecnologie della miniaturizzazione e della dematerializzazione. Muore a New York nel 1986.

 

GEORGE NELSON DESIGNER

II design di George Nelson segna un traguardo importante nell’arco evolutivo della Herman Miller.

Nel 1944, alla morte di Rohde venne designato a sostituirlo George Nelson, laureato in architettura, ma affermatosi quale designer di mobili.

Suscitò grande interesse con la sua parete attrezzata del 1945, realizzata per un servizio speciale su Time/Life.

Era una scaffalatura componibile poco profonda, da parete, con elementi a giorno e altri chiusi.

Un’idea che venne ulteriormente sviluppata per Miller in una serie di contenitori e sedili modulari, e in un sistema integrato di considerevole flessibilità per l’arredo di uffici a spazio aperto”.

George Nelson, architetto e designer, consulente dal 1944 al 1965, scrive: “una piccola azienda in una piccola città, e viene diretta dai proprietari stessi. Ciò che la distingue da altre imprese del settore sono i seguenti principi:

1. ciò che fai e importante.

2. il design una componente essenziale della nostra attività.

3. il prodotto deve essere onesto.

4. sei tu a decidere ciò che vuoi produrre.

5. esiste un mercato per un buon design.

Il programma si prefigge lo scopo di allestire una collezione permanente; questo significa che ogni pezzo viene prodotto fino a quando non è più al passo coi tempi o può essere migliorato”.

George Nelson design director della Herman Miller, azienda di mobili che svolse un ruolo tra i più rilevanti nella produzione e promozione dell’arredo moderno, i suoi simboli saranno le riproduzioni di Miró, le sedie di Alvar Aalto, i mobiles di Calder, affermava alla fine degli anni quaranta trovando assonanze con espressioni artistiche caratterizzate dal libero sviluppo delle forme nello spazio, dalla ricerca di modellazione plastica, di levità, fluidità e dinamismo, dalla predilezione per accostamenti di elementi sottili con sagome arrotondate, ameboidi, ellittiche, tendenti quasi al biomorfismo”.

Se le imitazioni prodotte dalla concorrenza costituiscono indubbiamente una fastidiosa deriva, esse non inficiano l’originalità dei mobili di Nelson, l’alta esecuzione e la qualità dei materiali impiegati nella confezione.

George Nelson osservò, che non si era mai verificato nella storia dell’arredamento un periodo contrassegnato da una tale libertà nel design…

il suo divano Sling era una esercitazione sul terra delle forme curve e della resina epossidica, mentre il divano Marshmallow e la sedia Coconut offrivano una stravagante dimostrazione che un essere umano può sedersi su qualsiasi cosa”.

Design XX Secolo. Decio Giulio, Riccardo Carugati – Electa

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