L’avvento negli anni Settanta di una serie di nuove tecnologie per l’orologeria, che repentinamente fece apparire obsoleti gli orologi da polso analogici, colpì in particolare il settore dei tradizionali orologi svizzeri fino ad allora tanto apprezzati.
Nel tentativo, in un certo senso quasi disperato, dell’industria svizzera degli orologi da polso di attingere dalle nuove tecnologie e a nuove strategie per realizzare prodotto radicalmente diverso, ma di alta qualità, il marzo del 1983 il Gruppo Swatch (fondato in origine da rappresentanti di settore con il nome di Corporazione dei Settori della Microelettronica e della Orologeria) presentò il nuovo orologio da polso Swatch.
La collezione di 12 modelli era stata disegnata da Ernst Thonke, Jacques Müller e Elmar Mock.
Il primo Swatch era un orologio al quarzo analogico composto di soli 51 pezzi, invece dei 150 che compongono un tradizionale orologio, e ciò consentiva un assemblaggio automatizzato e un prezzo al dettaglio di 39,90 franchi svizzeri.
Concepito come orologio di moda in un periodo di consumi intensi, lo Swatch partiva dal presupposto che il tipico possessore di un modello ne avrebbe certamente desiderati altri.
I fabbricanti si resero conto che l’acquisto dello Swatch rispondeva a ragioni impulsive e che, sia per gli uomini sia per le donne, lo Swatch affermava il modo in cui le persone volevano essere viste.
Attingendo al potenziale psicologico di un accessorio che esprimeva varie sfaccettature della propria personalità, la strategia di marketing della Swatch definì il suo carattere avvalendosi di importanti talenti per il design delle collezioni successive.
Il cinturino e la cassa che conteneva il meccanismo del GB001, il prima Swatch, era di plastica nera, il quadrante era bianco e fosforescente e molto leggibile grazie a cifre sans serif collocate secondo una configurazione analogica, mentre la finestrella del datario era optional.
Queste caratteristiche sono state sottoposte a innumerevoli cambiamenti nei design successivi.
Il primo Swatch stabilì alcuni standard, quali il movimento silenzioso, la sigillatura a ultrasuoni, la sagomatura a iniezione e la cassa a prova d’acqua e di colpi: questi standard sono stati applicati da allora a oltre 140 stili differenti proposti ogni anno, firmati nel tempo, tra gli altri, da Matteo Thun, Alessandro Mendini, Keith Haring, Yoko Ono, Vivienne Westwood e Annie Leibowitz.
Il target iniziale di queste collezioni era stato fissato nel 1983 in un milione di orologi e in 2,5 milioni per il 1984.
Fino a oggi ne sono stati venduti più di 250 milioni, e le vendite dello Swatch hanno aggirato il tipico schema del mercato, trascendendo i tipici alti e bassi degli accessori di moda.