II lampadario da soffitto raffigurato nell’immagine viene spesso descritto come opera di un designer sconosciuto, ideato da uno degii studenti o degli insegnanti che tra 1919 e il 1933 frequentarono la scuola del Bauhaus.
Si tratta in realtà di un design già ampiamente diffuso in epoca precedente, apprezzato anche da architetti autorevoli quali Josef Hoffmann e Adolf Loos.
Molti designer del Bauhaus si ispirarono alla sfera opaca, in particolare Marianne Brandt e Hans Przyrembel, che crearono lampade e oggetti per l’illuminazione che si possono facilmente considerare appartenenti alla stessa famiglia del lampadario da soffitto.
Inoltre, questo oggetto era ampiamente diffuso negli interni degli edifici progettati da Peter Behrens e dai suoi contemporanei durante l’epoca del Bauhaus e in quella immediatamente successiva.
Nel periodo precedente alla seconda guerra mondiale, esso si diffuse in tutta Europa, e fu spesso adottato negli interni di stile modernista.
Benchè ancora se ne ignorino le origini, la comparsa di un semplice globo di vetro appeso al soffitto potrebbe risalire addirittura al primo decennio del XX secolo, quando in seguito all’avvento dell’elettricità si presento la necessità di trovare quanto prima nuove soluzioni per nascondere o abbellire la sorgente di luce.
Privo di decorazioni, questo lampadario ha una linea quasi minimalista e riproduce la più pura delle forme geometriche: la sfera.
Da un punto di vista funzionale permette alla luce di diffondersi uniformemente, mentre le dimensioni della sfera possono facilmente essere cambiate per adeguarla al volume del locale cui destinata.
Inoltre, il lampadario si presta a essere utilizzato da solo o in gruppo, disposto in file o a formare una griglia.
Solitamente questo lampadario dal costo contenuto era prodotto in serie, veniva utilizzato in grandi quantità nelle scuole o nelle fabbriche, e nel periodo prebellico fu apprezzato da molti degli architetti che progettavano tali edifici.
Come capita spesso con molti design classici, in particolare quelli di cui non si conosce l’autore e che non sono protetti da brevetto, questo lampadario stato prodotto su vasta scala, e con diversi livelli di qualità, e a partire dai primi anni del XX secolo, a periodi alterni.
La sua semplicità ha fatto si che il suo design ispirasse numerose creazioni dalle prime lampade da tavolo e da soffitto di Marianne Brandt, alla più moderna ed elegante serie Glo-Ball firmata Jasper Morrison.
Il lampadario da soffitto è a catalogo Tecnolumen.