Dopo i risultati indiscutibili tra critica e mercato raggiunti con la Tonietta, Enzo Mari ed Eleonora Zanotta (figlia di Aurelio, alla direzione dell’azienda dopo la scomparsa del padre nel 1991) si pongono come nuovo obiettivo quello di costruire un dizionario di oggetti durevoli.
Un dizionario di oggetti misurati nelle forme ed espressamente dedicati a una precisa funzione, attingendo dalle certezze degli archetipi, “oggetti capaci di resistere ai cambiamenti del gusto”.
Oggetti che esprimono “una cultura qualitativa del progetto, tenendo conto della logica produttiva e rifiutando lo sperimentalismo fine a se stesso” (Patrizia Scarzella).
Cosi, mentre i suoi amici Sottsass e Mendini ribadiscono un mondo fatto di colori e forme più libere, “la coscienza critica del design”, Enzo Mari misura ogni azione e regala una lezione emblematica che porta a proposte silenziose e naturalmente raffinate, come questo gancio appendiabiti: un qualcosa che merita di finire in un Museo di cultura materiale.
Museo è un capolavoro di pulizia, delicatezza e armonia geometrica, un disegno astratto che si trasforma in un solido per svolgere una funzione o trascenderla e rendersi disponibile ad altri mille usi.
Un design sinuoso e divertente, in acciaio verniciato antigraffio.
Sobrio e discreto ma dalle linee deliziose.
L’appendiabiti Museo di Zanotta non è il solito oggetto che passa inosservato, si usa e subito si dimentica perché la sua funzione è puramente pratica e non importa che aspetto abbia, tanto – si pensa – finisce immediatamente dimenticato, nascosto dai vestiti.
L’appendiabiti Museo a muro è diventato una divertente icona di stile, elaborata per uno di quegli indispensabili elementi di abitazioni e uffici a cui ben pochi però fanno attenzione.