Buona parte del successo degli oggetti di Arad risiede nel fortunato incontro con un materiale, la plastica, che rappresenta il principale interlocutore dei suoi progetti.
E’ il caso di queste tre versioni della serie MT (poltrona, divano e poltrona a dondolo) disegnate nel 2005, in cui l’evoluta tecnologia di stampaggio di Driade permette ad Arad di ottenere oggetti bicolore di grande impatto cromatico che evidenziano il gioco plastico delle concavità interne.
Questo risultato è possibile grazie ad un doppio passaggio nella produzione in plastica rotazionale: in un primo momento viene immesso nello stampo il polietilene del colore della scocca esterna.
Una volta formatosi tale strato, si procede ad inserire il secondo colore e a renderlo aderente al primo senza che nel processo, che avviene in alti forni, si fondano i due polimeri; una volta estratto sarà un laser a cinque assi a tagliarne le estremità laterali e a svelare il bicolore.
MT, in lingua inglese, si pronuncia “empty” vale a dire “vuoto” e il vuoto è veramente l’elemento caratterizzante di questo progetto: il volume viene infatti scavato e presenta provocatoriamente il suo interno, finito in diversi colori.
L’alternanza di pieni e vuoti, positivo e negativo, concavo e convesso rivela la tendenza scultorea di Arad verso la ricerca di forme espressive a lui particolarmente care, come il richiamo ossessivo verso l’archetipo del nido o della culla.
Questo archetipo, presente già nelle stesse voluminose sedute saldate di One Off, in cui la forma protettiva e familiare veniva definita attraverso la tesa curvatura di un materiale teoricamente freddo come la lastra d’acciaio, diventa poi antropomorfo e uterino nelle morbide Misfits, arrivando a essere avvolgente come un nastro nella Ripple Chair, e inclusive come un chiasmo nella sedia Tom Vac.