La lampada Taccia di Achille e Pier Giacomo Castiglioni

Tema principale di questa lampada da tavolo – scrittoio è come evitare il surriscaldamento dei componenti.

La base, costituita da un cilindro in metallo cromato forato alle estremità, contiene la sorgente luminosa ed è rivestita da un anello con superficie sagomata laccata con vernice antitermica.

L’intercapedine cosi formata favorisce il moto dell’aria peri l raffreddamento, mentre I’anello alettato, ispirato ai motori automobilistici, impedisce la fuori uscita della luce dalla base ed evita il contatto della mano con il cilindro caldo, facilitando la prensilità.

La considerano la Mercedes delle lampade, il simbolo – commenta Achille Castiglioni in una intervista del 1970 – degli arrivati: forse perchè ha quella base che sembra una colonna. L’abbiamo fatta cosi non certo pensando al prestigio, ma per creare una superficie di raffreddamento“.

Base e riflettore sono completamente indipendenti: il riflettore, un disco convesso di alluminio laccato bianco, e sostenuto dal diffusore, una campana di vetro trasparente rovesciata che, semplicemente appoggiata sul cilindro di base, risulta facilmente orientabile, in grado cioè di concentrare la luce sul piano del tavolo nella zona voluta.

Con Taccia ho progettato una lampada a riflettore da tavolo spiega ancora Achille Castiglioni in “Casabella”, nel 1997 che non facesse ricorso a complicati congegni meccanici: la semisfera in vetro poggia, in modo assolutamente libero e facile da muovere, sulla base cilindrica alettata“.

Pensata nel 1958, questa lampada da tavolo a luce indiretta (altezza 54 cm e diametro 49 cm), viene mesa a punto net 1959 e illustrata nel marzo dello stesso anno all’Institute of Design dell’Illinois e all’Institute of Technology di Chicago.

“Questa [n.d.r Taccia] è una lampada interessante per la sua storia, e perché qualcuno oggi la confonde per un oggetto post – moderno.

Questo ci diverte molto, perché è del 1962 e io e mio fratello non avevamo nessuna intenzione di fare una lampada post – moderna.

E’ abbastanza interessante perché a noi, nella nostra mentalità bacata di figli del razionalismo della scuola d’architettura del nord Italia, coi vari Rogers e compagni davanti, e pure gli altri come Terragni eccetera, non ci importava questo ragionamento.

Vi devo dire che questa lampada è stata pensata in modo sbagliato, è anche bello dirlo…Non esisteva ancora la Flos e noi avevamo progettato questo oggetto con delle materie plastiche trasparenti che servivano a fare questa coppa trasparente, che porta un riflettore, e quindi la luce indiretta va su, torna giù, attraverso questa coppa trasparente.

Quando abbiamo fatto questa bella scoperta e abbiamo messo lì l’oggetto, la materia plastica scaldata diventava piatta, e quindi il nostro progetto era completamente sbagliato.

Ecco, era proprio sbagliato perché solamente al momento della prova dei materiali si vedeva che [n.d.r. la materia plastica], dalla forma che aveva preso ritornava nella sua forma originaria, che era di foglio piatto.

Allora l’abbiamo realizzata col vetro.

Questo è il disegno del progetto definitivo. E vedete che quella base fatta a colonna dorica è un estruso che è fatto per raffreddare quella specie di fornello.

Alla base di quell’oggetto si forma un riscaldamento talmente forte per cui aumentarne il volume di superficie vuol dire raffreddarlo, come le alette di un motorino.” Achille Castiglioni.

La Flos, interessata a produrla in serie, porta a compimento gli studi del prototipo definitivo fra il 1960 e il 1961, iniziandone la vendita nel 1962.

 

La lampada Taccia di Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos

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