Nel 1976 con la sua sedia Glass, Shiro Kuramata proposeuna nuova interpretazione della poltrona, un classico mobile della tradizione occidentale. La sedia, ridotta ai suoi elementi essenziali, diventa una forma semplificata ma complessa di arte e design: due concetti che Kuramata affronta con successo. L’impiego del vetro per ogni componente della poltrona stravolge le nostre aspettative e produce un mobile cospicuo e robusto, eppure quasi invisibile. A dispetto del suo radicalismo, il design di Kuramata è sempre funzionale: la sedia resta una sedia, e il materiale impiegato la rende solida, a dispetto della sua apparenza eterea.
Nella maggior pade del suoi lavori da designer, compresa la sedia Glass, Kuramata
tenta di sfidare i limiti del mondo materiale. Tramite un impiego di materiali abile e audace prova a far scomparire gli oggetti, creando più volte “oggetti limite” in cui la trasformazione raggiunge una soglia cruciale e dove, come commentò una volta Ettore Sottsass, “la materia diventa luce, il peso diventa aria“. La sedia Glass illustra la tipica abilità di Kuramata nel trattare i materiali. Qui egli impiega il vetro in lastre per minimizzare ogni impurità visiva, come giunture e attacchi. Il risultato è un mobile dal design puro ed essenziale, che abbraccia diverse discipline con un rigore intellettuale e progettuale che non conosce compromessi.
La sedia è stata prodotta in numero limitato d Mihoya Glass, ora raggiunge alle aste di settore, prezzi stratosferici.
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