Il lavoro di Joe Colombo, artista e designer, è inestricabilmente legato al contesto politico e sociale dell’Italia degli anni Sessanta e Settanta, vale a dire all’ottimismo che ferveva nel paese sul futuro della produzione industriale e dell’emergente cultura Pop.
Il lavoro di Colombo può essere definito dal suo uso inedito di nuovi materiati e da un approccio modulare e flessibile all’arredamento.
Dopo aver abbandonato la pittura, verso la fine degli anni Cinquanta, Colombo cominciò a lavorare come designer di interni, attività che lo incoraggò a disegnare anche gli oggetti di arredamento dei suoi progetti.
La sua formazione di pittore, tuttavia, continuò a rivivere nel suo lavoro di designer e lungo tutta la sua carriera, si avvalse fortemente delle forme organiche e fluide dell’Espressionismo del dopoguerra.
I suoi design attirarono il forte interesse di Giulio Castelli della Kartell, che decise di sostenere le sue idee investendoci finanziariamente. Nel 1965, la sua sedia Universale fu la prima a essere stampata in un unico materiale.
Colombo l’aveva studiata originariamente perché fosse prodotta in alluminio ma ii suo interesse per nuovi materiati lo portò a un prototipo stampato in termoplastica.
Dopo molti tentativi infruttuosi nei quali la stampa presentava sempre difetti, si arrivò a un design che avrebbe avuto un grande successo.
La sedia di Colombo prevedeva gambe sfilabili che potevano essere sostituite con altre di diversa altezza e la rendevano quindi adatta a una molteplicità di funzioni: sedia standard in una sala da pranzo, sedia per bambini con le gambe più corte, sedia alta o da bar con le gambe più alte.
Questi primi design per la Kartell coincisero anche con i primi successe tecnologici nel design italiano. Gli oggetti di arredamento di Colombo avevano un aspetto nuovo e fresco, una grande versatilità e si presentavano in una vasta gamma di colori, tutte caratteristiche che si addicevano perfettamente allo spirito degli anni Sessanta.
La sedia non è più in produzione.