Pittore, scrittore, designer, inventore grafico, educatore e filosofo:
Bruno Munari fu definito da Pablo Picasso “il nuovo Leonardo” il suo approccio alla vita e al design, giocoso, poetico, sovversivo e originale traspare dai suoi manifesti, dalle sue poesie, dalle sue lampade, dai suoi libri per bambini, e in ogni sua creazione.
Il posacenere Cubo di Munari a prima vista è semplice e razionale in modo quasi inferiore alle attese, non essendo altro, in pratica, che una scatola di plastica melaminica lucida.
Al suo interno, però, è collocato un secondo elemento meno appariscente, uno scomparto asportabile di alluminio grigio anodizzato piegato, che ha il compito di assolvere a tutte le richieste strettamente funzionati di un posacenere.
Il Cubo è un oggetto nel quale appoggiare o spegnere in tutta sicurezza una sigaretta, dotato di un coperchio per nascondere la cenere e trattenere i cattivi odori, e caratterizzato, più di ogni altra cosa, da una grande economicità e dalla creatività di Munari.
L’obiettivo che il designer si era prefissato era di mantenere in ogni possibile dettaglio del processo creativo un nesso causale con i cinque sensi: «Quando ci si trova davanti un oggetto lo si deve toccare, ascoltare, annusare».
Magari non il Cubo, ovviamente, perché Munarisi preoccupò che non fosse descrivibile come “un piccolo secchio dei rifiuti“.
Progettato nel 1957, il posacenere è stato uno dei primi prodotti dell’azienda italiana Danese, costituitasi anch’essa in quello stesso anno, e il punto di partenza di una collaborazione fra Danese e Munari, che durò tutta la vita.
Danese era particolarmente interessata a lavorare con personaggi creativi per i collegamenti che potevano nascere tra arte e design, e si prefiggeva la produzione di oggetti geometrici e minimalisti, realizzati con materiali particolari, nel proposito di allontanarsi dall’artigianalità verso la produzione industriale.
Dal design originario risulta che il posacenere Cubo avrebbe dovuto essere alto il triplo di quanto è in realtà, e in esso le sigarette avrebbero dovuto finire con lo spegnersi da sole.
In seguito, però, Munari optò per una soluzione di dimensioni molto più contenute, perché voleva che dalla sua forma trasparisse chiaramente la sua funzione.
Inizialmente il Cubo era disponibile in arancione e rosso, oggi soltanto bianco e nero e in due formati, di 6 e 8 centimetri di lato.
La sua prima edizione (1957-1959) fu un modello in acciaio antigraffio verniciato di nero, con alluminio anodizzato in un colore naturaie, mentre la seconda edizione, disponibile dal 1960, vide il lancio di modelli in metamina colorata con un posacenere di alluminio anodizzato in un colore grigio opaco,
In ogni caso, ciò che risultò immediatamente evidente, in linea con le intenzioni di Munari, fu che si trattava di un oggetto “esteticamente funzionale“.
A catalogo Danese, prezzo 50,00 euro.
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