A parte una sua bellissima monografia che mi ha descritto la parabola breve ed intensa di uno dei più grandi designers italiani, morto, nel 1971, a soli 41 anni, colpito da infarto, non posseggo nulla di Joe Colombo.
Joe Colombo credeva fortemente nel futuro, la sua vita fulminea ci ha restituito una particolarissima prefigurazione di ciò che sarebbe avvenuto negli anni a venire: senza dubbio un grande visionario.
Quando il design era ancora agli albori e forse si guardava agli oggetti d’arredamento più in funzione della loro utilità che della loro bellezza, Joe Colombo capovolse il concetto mettendo in primo piano l’estetica e l’originalità, pur senza nulla togliere alla funzionalità.
I suoi concetti di futuro e avanguardia non li ha applicati al solo design ma anche alla sua attività di architetto: lo spazio abitativo per Joe Colombo è definito da moduli e da involucri indipendenti, tutti multifunzionali; non più mobili singoli e indipendenti che identificano le diverse zone della casa, ma blocchi che si espandono nello spazio, stanze dentro le stanze, per arriva all’annientamento della “credenza”; praticamente l’antisegnano dell’openspace e dei loft.
Dopo questa doverosa premessa, oggi vi scrivo di Elda.
Elda è una poltrona disegnata nel 1963; è uno dei suoi primi prodotti entrata in produzione nel 1965. L’ha chiamata con il nome di sua moglie, appunto Elda.
All’epoca disegnata per l’azienda italiana Comfort è oggi invece prodotta da Longhi.
La struttura e la scocca della poltrona sono in fibra di vetro da uno stampo in poliuretano, la base è montata su un dispositivo di perno di rotazione ed è qui con questa poltrona che Colombo iniziò ad usare plastica per moduli di grande superfici.
Il corpo a forma di conchiglia, ha sullo schinale i suoi comodi cuscini in pelle che rivestono la parte interna della monoposto e assicurano anche una sorta di isolamento acustico.
La base della poltrona ruota, con un sistema di rotazione di 360 gradi che assicura la mobilità degli utenti. La scocca può essere nelle due versioni nera o bianca.
Elda è uno dei primi oggetti d’arredamento in cui il materiale plastico è rinforzato dalla fibra di vetro.
Per la poltrona Elda, Colombo, pensò di bandire l’uso della scocca in legno per gli imbottiti (usato in tutte le poltrone dell’epoca), ispirandosi alla tecnologia di costruzione degli scafi delle barche per ottenere con il materiale composito una struttura che fosse leggera ma anche resistente.
La parte concava è rivestita da questi elementi imbottiti tubolari in gommapiuma e pelle, rimovibili.
Joe Colombo, come ho già avuto modo di scrivere, credeva nel futuro e nella tecnologia, nei suoi scritti fu trovata questa frase “..terremo i telefoni in tasca..” e una volta disse che si sarebbe progettato con l’ausilio del “cervello elettronico” (alludendo ai futuri personal computer).
Questo dimostra la visione futuristica dei suoi progetti, diventati un segno distintivo e testimoniato dalla presenza anche della poltrona Elda, in un telefilm cult degli anni Settanta, Space 1999 (in Italia come Spazio 1999).
Elda compare anche nel film “The Hungers Game” (foto a seguire).
Elda è esposta al “Museo d’Arte Moderna” di New York e al “Louvre” di Parigi, e si conferma ancora, anche la poltrona da collocare in interno molto ricercato, oggetto per veri appassionati e cultori del design.