E’ difficile sostenere che il caffè fatto con una caffettiera sia più buono di quello ottenuto con una “diavoleria moderna” a capsule.
C’è una cosa però che rende il confronto impari: preparare il caffè con una moka è un rito insostituibile.
Si prende la moka, la si apre, si mette l’acqua (occhio alla valvola), si mette il filtro e lo si riempie di polvere di caffè, la si richiude e la si mette sul fuoco meglio se lento.
Dopo qualche minuto, generalmente passato in piedi è un tripudio di rumori e profumi: il gorgoglio del caffè che inizia a riempire il serbatoio unitamente al profumo che sale riempiendo la cucina.
Sono gesti ripetitivi come tanti altri che si fanno durante una giornata, appunto un rito per me irrinunciabile. E’ per questo che adoro le moke: le colleziono e tra quelle che posseggo non poteva mancare Carmencita.
È stata una grande icona sul finire dello scorso secolo, un richiestissimo oggetto di design e non solo, presente in tutte le case.
Disegnata dal grande Marco Zanuso nel 1979 per Lavazza, l’ha ideata ispirandosi al successo di Carosello.
Nel 1957, tre anni dopo la nascita della televisione, inizia Carosello, trasmissione unica nel suo genere perché unisce un minuto di spettacolo a 25 secondi di pubblicità.
La svolta vera e propria avviene nel 1958 con l’ingresso in azienda di Emilio Lavazza e l’incontro con Armando Testa, uno dei pionieri della pubblicità italiana: nascono Carmencita e Caballero.
Lavazza fa il suo esordio sul piccolo schermo in grande stile nel 1965 e fino al 1977, proprio con Caballero e Carmencita personaggio di forma “stravagante”: un cono, lunghe trecce nere, bocca a cuoricino ed uno spasimante dalla stessa forma che le faceva la corte in un’ambientazione western, sono i protagonisti di un’ironica e surreale telenovela.
Il Caballero Misterioso è un abilissimo pistolero che si muove nella pampa sconfinata, dove le pistole dettano legge. È in cerca della bellissima Carmencita, che però preferisce un altro uomo, con il baffo che conquista.
Entrambi erano senza braccia e senza gambe, avevano gli occhi fissi ed il sorriso disegnato; il Caballero poteva solo muovere il cappello e la pistola, mentre Carmencita agitava le trecce.
Nacque così l’idea di trasformarla in una moka per il caffè espresso, aggiungendo alla sua sagoma il particolare manico con impugnatura a 90° gradi che ha rivoluzionato la gestualità della mescita del caffè rendendola più agevole, e che è ancora riconosciuta come un simbolo del Made in Italy in tutto il mondo.
Qualche tempo fa nel 2018, Lavazza ha compiuto un’operazione nostalgia per la quale in tanti (compreso il sottoscritto) si sono subito emozionati: ha affidato il restyling della caffettiera Carmencita al dipartimento di Disegno Industriale del Politecnico di Torino, ed è in queste forme più attuali che torna sui nostri fornelli e sulle nostre tavole.
L’originalità del suo design ha mantenuto intatta tutta la sua forza espressiva, ma la scelta dell’alluminio satinato le conferisce quel look un po’ dark e molto elegante, trasformandola in un accessorio che sa andare oltre la sua funzione diventando anche un elemento di arredo.
Moderna, distintiva e davvero speciale, ha un solido background di tradizione e design che è stato però attualizzato dai progettisti del Politecnico, consapevoli di affrontare una sfida molto delicata perché coinvolgeva un oggetto ben presente nell’immaginario familiare.
Oltre all’introduzione di una veste satinata seducente alla vista ed al tatto, nel progetto è stata anche presa in considerazione l’evoluzione delle tecniche di cottura, utilizzando materiali innovativi adatti anche ai moderni piani a induzione.
Decisamente un must have.