Cugino dello stesso Le Corbusier e artista a lungo dimenticato, Pierre Jeanneret, è un interessante caso di riscoperta.
Le opere realizzate da Jeanneret sono state confinate e relegate alla più che quarantennale collaborazione con il più celebre parente fino alla fine degli anni novanta, quando alcuni commercianti si recarono in visita a Chandigarh.
Il progetto di Chandigarh è stato proposto dall’allora primo ministro Nehru e rappresentò una indispensabile occasione per Le Corbusier per mettere alla prova le sue teorie architettoniche e urbanistiche insieme a un gruppo di architetti indiani e per l’appunto, suo cugino Pierre Jeanneret.
Se Le Corbusier si vide poco a Chandigarh, Pierre Jeanneret si stabili in quella regione almeno per un decennio.
Ed è proprio qui che questi “ricercatori” scoprirono quello che si può tranquillamente definire un tesoro.
Ciò che scoprirono, è come Pierre Jeanneret riuscì a fondere la propria formazione architettonica con l’accostamento di materiali e tecniche locali come il massiccio ricorso all’arte indigena del rattan.
Si resero conto inoltre di quanto fu prolifico Pierre Jeanneret, capace di produrre svariate sedute concepite per ambienti istituzionali unitamente agli arredi per la zona notte.
I progetti dei mobili sono stati consegnati a vari studi di produzione e artigiani nella regione del Punjab, nel nord dell’India, che hanno iniziato a produrli su commissione per vari edifici pubblici e governativi.
L’esperienza di Pierre Jeanneret in India lo portò ad avvicinarsi alla realtà locale per realizzare forme essenziali con materiali semplici, trovando un punto di incontro tra gli ideali moderni europei e lo spirito tradizionale indiano.
I progetti Chandigarh o “Pierre Jeanneret” hanno preso d’assalto il mondo dell’interior design negli ultimi anni.
Sull’intera collezione, si impone la sedia Kangaroo, caratterizzata da una forma molto semplice: il profilo si allarga e si assottiglia, portando la sedia in un equilibrio dinamico.
Costituita da tantissimi piccoli dettagli, come splendidi angoli arrotondati e travi curve si distingue dalla collezione completa di Chandigarh: è tra le poltrone più iconiche del 20° secolo.
E’ una poltrona bassa, realizzata per la Hall dell’Ospedale Generale di Chandigarh ma presente in molte case private, definisce la tipologia degli arredi a “Z” nell’ambito della consueta classificazione delle opere di questa città indiana.
I due fianchi laterali della seduta sono costituiti da una sequenza di tre elementi complanari, quasi triangolari, posti in continuità.
L’impagliatura del sedile e dello schienale all’interno di un telaio in legno sono invece elementi caratteristici dello spirito del luogo, espresso anche nell’uso di legni tipici come il teak.
A catalogo Cassina I Maestri.