Ironico, irriverente e provocatorio, il vaso in ceramica smaltato rosa Shiva, è stato ideato da Ettore Sottsass nel 1973 per BD Barcelona, azienda per la quale iniziò a progettare dall’inizio degli anni settanta (tavolo Mettsass nel 1972, il posacenere Manhattan, il vaso Element Architecture e la lampada Knossos).
In quel periodo il grande designer, era molto innamorato di una ragazza catalana che visitava spesso, e che deve averlo in qualche modo influenzato; a questo aspetto, se aggiungiamo il fatto che in quel periodo Sottsass era solito visitare l’India, possiamo avere la soluzione per quel che concerne il nome del vaso.
Il nome Shiva è quello del dio indù che secondo la tradizione ha il compito di distruggere tutti i mondi alla fine della creazione e dissolverli nel nulla.
Ma non è una distruzione negativa, Shiva distrugge per rinnovare e rigenerare le forme di vita e facilitare la trasformazione, l’evoluzione o le modificazioni della natura.
Il simbolo associato a Shiva è il linga, lingam o lingham, oggetto votivo cilindrico, un fallo simbolo di fertilità ed energia divina.
Il vaso Shiva, non ha un simbolo associato è lui stesso ad incarnare la forma di un pene eretto di 23 cm.
“Adoriamo avere questo design iconico nel nostro catalogo“, ha affermato Arnau di BD Barcelona. “Penso che rappresenti molto bene il carattere trasgressivo della nostra azienda, un valore che non dobbiamo mai perdere.”
All’epoca, Sottsass scrisse: “…continuo a produrre piccole, piccole, piccole architetture, come questo pezzo di ceramica, ad esempio, un po’ come monumenti, un po’ come tombe, un po’ come i templi abbandonati degli dei, un po’ come le rovine dell’antica e sconosciuta civiltà in cui qualcosa – dicono – era noto;
si dice che comprendessero gli assi, le curve, le intersezioni, forse anche la causa dei corsi dei corpi cosmici, lungo che ogni giorno fa scorrere i vertici privati ??degli atomi che compongono la nostra fragile carne e sangue.“