BIOGRAFIA
Marcello Nizzoli nasce a Boretto (Reggio Emilia) nel 1887.
Dal 1910 al 1913 frequenta la scuola di Belle Arti di Parma.
Nel 1914 è nel gruppo futurista Nuove Tendenze. Pittore di formazione, opera in campo grafico pubblicitario; nota la sua cartellonistica per Campari e OM. Attivo a Milano negli anni venti, dal 1934 al 1936 lavora in sodalizio con Edoardo Persico.
Del 1934 progetta il negozio della Parker Pen e, alla Fiera dell’aeronautica di Milano, l’allestimento del Salone Belle medaglie d’oro.
Nel 1935 collabora con Olivetti in qualità di grafico esterno. Nel 1938 e chiamato in Olivetti da Leonardo Sinisgalli, in qualità di visual e product designer.
Del 1940 disegna Multisumma, il primo oggetto di sua ideazione per Olivetti. Del 1948 Lexicon 80, del 1950 la Lettera 22, Compasso d’Oro nel 1954, conferito in quell’anno anche alla macchina per cucire Necchi Bu.
Del 1956 la macchina per cucire Mirella, Compasso d’Oro nello stesso anno. Su incarico di Enrico Mattei, nel 1963 Nizzoli progetta la carrozzeria del distributore di benzina Agip su meccanica tedesca Schwelm.
Tra le sue architetture: Canton Vasco a Ivrea per Olivetti e il palazzo Fill a San Donato Milanese. Muore a Camogli (Genova) nel 1969.
MARCELLO NIZZOLI DESIGNER
Scrive, Gillo Dorfles negli anni sessanta in merito alla classificazione del disegno industriale:
“Da un lato una categoria di oggetti creati meccanicamente, ma sprovvisti di meccanismo; mentre dall’altro lato dovremo considerare la notevole gamma di quelli in cui alla forma esterna farà riscontro una forma interna derivante dalla presenza di una parte meccanica…
La seconda categoria dovrà rispondere a delle esigenze che comprendano anche la delicata presenza del meccanismo, il quale dovrà essere ospitato, protetto e, a seconda dei casi, evidenziato o occultato…
Sempre rimanendo entro i limiti di questa seconda categoria potremo inoltre cornpiere un’ulteriore distinzione a seconda del fatto che l’oggetto appartenga meno alla famiglia degli oggetti a carrozzeria;
a seconda cioè che la sua parte meccanica sia intimamente inclusa nell’oggetto o soltanto ad esso sovrapposta o ancorata; e soprattutto a seconda che la forma esterna, come tale, abbia un rapporto più o meno intimo con la struttura del meccanismo”.
Nell’ambito descritto da Dorfles, Marcello Nizzoli esprime l’eccellenza delle sue capacita ideative, ove afferma altresì il suo peculiare modo di intendere il progetto dell’oggetto d’uso.
“Marcello Nizzoli, parco di parole e di scritti”, commenta Anty Pansera, “a differenza di molti compagni di strada, spiega in una lettera le sue scelte di campo:
‘Le leggi che regolano la bellezza (rapporto) sono sempre le stesse eterne ed immutabili pur modulate attraverso gli stili. L’oggetto è sempre diverso perchè variato il bisogno della vita dell’uomo.
Questi principi che mi hanno avvicinato allo studio delle forme per gli oggetti d’uso”
Ecco allora che in Olivetti “alla progettazione della prima calcolatrice, la Multisumma (1940), fu chiamato a collaborare Marcello Nizzoli”, annota Vittorio Gregotti, “che sarebbe diventato il più grande protagonista del design italiano sino all’inizio degli anni Cinquanta.
Nizzoli proveniva dal gruppo della Scuola di Monza, era stato pittore, disegnatore pubblicitario e di oggetti d’arte decorativa. In essa, nonostante l’accurata ricerca tecnica distributiva, l’aspetto formale acquista un suo autonomo, prevalente peso”.
E Giampiero Bosoni:
“Superata la fase critica della guerra, l’Olivetti, tra il 1946 e il 1954 rinnova l’intera gamma dei suoi prodotti.
In questo periodo si individua, con notevole chiarezza e maturità, la ricerca estetico-funzionale di Marcello Nizzoli.
Che raggiunge nel 1948 l’apice con la Lexicon 80…seguita a due anni di distanza da un altro fondamentale prodotto da lui disegnato per Olivetti: la Lettera 22.
La copertura di entrambe le macchine, ottenuta per pressofusione, consente a Nizzoli di concepire un rivestimento estremamente plastico, che, soprattutto nel caso della Lexicon 80, viene sottolineato dalle curve e dalle linee determinate dal combaciare dei due pezzi, coperchio e copertura, realizzati appunto, in quella forma esteticamente continua, grazie al tipo di processo produttivo della pressofusione.
La sintassi formale adottata per la Lettera 22 è invece più di tipo grafico che plastico, come osserva Mario Labò nel suo saggio sull’estetica industriale all’Olivetti.
‘Forma semplice, quasi un parallelepipedo, in cui le superfici sono stirate rigidamente e gli angoli retti sono voltati agli spigoli secondo la curva del minimo raggio.
Una forma quindi ideale per le caratteristiche necessarie ad una leggera portatile, quale era stata concepita la Lettera 22“.
Nizzoli estende ad altri campi il suo peculiare approccio nei confronti dell’oggetto d’uso: le macchine per cucire, i distributori della benzina.
“Per la Necchi“, continua Bosoni, “fu fondamentale la collaborazione con Nizzoli che, a partire dal 1954, cura la linea della sua produzione.
Fra i modelli da lui disegnati la Necchi Bu e la famosa Mirella, che resta certo la più fedele al principio della continuità plastica di Nizzoli.
Interessante rileggere la breve storia tracciata da M. Nizzoli e M. Olivieri quale relazione al progetto del distributore di benzina da loro disegnato nel 1963 per l’Agip.
‘Da quel primo esame delle dimensioni esterne si è rilevato come esso non fosse proporzionato in quanto troppo alto e quindi bisognava cercare di abbassarlo spostando opportunamente le masse meccaniche e diminuendo in senso verticale gli interspazi tra massa e massa…
Da una successiva indagine si constatato che per diminuire gli scarti di lavorazione era necessario stampare e smaltare dei pezzi non molto grandi per cui abbiamo pensato di dividere in due parti l’intero distributore isolando la testata comptometrica dal contesto, facilitando con ciò l’ispezionabilità delle parti meccaniche”.
Design XX Secolo. Decio Giulio, Riccardo Carugati – Electa