Tonietta è una sedia diventata classica e senza tempo. Sempre a catalogo da quando è stata immessa nel mercato, ha saputo sempre più conquistare i favori del pubblico.
Un vero e proprio must have e cult di Zanotta, è stata disegnata da Enzo Mariche realizza con questo progetto premiato con il Compasso d’Oro, un perfetto connubio tra forma e funzione, creando un nuovo archetipo di sedia dalle forme essenziali ma cariche di memoria.
Il progetto, nato da una stretta e fertile collaborazione tra azienda e designer, è iniziato nel 1981, e terminerà quattro anni dopo nel 1985 in seguito ad una intensa ricerca ingegneristica resasi necessaria per poter utilizzare una tecnologia, quella della pressofusione dell’alluminio, costosa e fino ad allora poco sperimentata per la realizzazione della struttura.
Esile e molto elegante risulta essere comoda e resistente nonché adatta ad ogni uso: per il tavolo da pranzo, il lavoro e il relax.
Funzionale in ogni dettaglio, dalla sezione inarcata delle gambe che accompagna la flessione sotto sforzo al piedino che si ingrossa per migliorare l’appoggio a terra.
La seduta è rotonda e, questa forma si accompagna alla spalliera semisferica.
La struttura è in lega d’alluminio lucidato, il sedile e lo schienale sono in nylon stampato a iniezione oppure rivestito in cuoio per una versione più elegante.
Tonietta è disponibile in nero, in bianco oppure in color alluminio.
“Ero particolarmente insofferente verso la moda che voleva oggetti, e fra questi anche le sedie, sovraccarichi di arroganze progettuali di natura tecnologica o tipologica: volevo disegnare una sedia il più semplice possibile, quasi ovvia, non un oggetto diverso a ogni costo, e dopo un’attenta analisi ho visto che fra le sedie moderne le Thonet sono quelle che meglio incarnano l’idea di immagine archetipica, e così per definire il carattere della mia sedia ho scelto di dialogare con questo unico esempio di oggetto alto-borghese, carico di valenze semantiche e simboliche”.
Nel 1987 la sedia Tonietta vince il prestigioso Premio Compasso d’Oro (strameritato, per un capolavoro di eleganza formate e perfezione costruttiva), con questa motivazione della giuria: “Per la grande lezione di stile e di cultura espressa nella realizzazione di questa sedia, con l’intenzione di richiamare alla memoria un archetipo, senza imitarne banalmente gli elementi morfologici.”