Quando sembrava che la struttura in tubolare di una poltrona o un divano avesse già detto tutto, nel mercato ad opera di Zanotta arriva nel 1985 il divano Onda.
Sembrava impossibile, quasi una provocazione irriverente: poter riprogettare un modello di divano con struttura in tubolare a vista definitivamente chiarito, una volta per tutte, da mostri sacri come Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand.
Invece no, qualcuno e quel qualcuuno non sono altro che Jonathan De Pas, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi, hanno intravisto la possibilità di migliorare il concetto di struttura tubolare dal punto di vista funzionale.
Come riuscirci?
Sottolineando come l’astrazione geometrica di quelle forme, seppur ormai storicamente sedimentate, non corrispondesse in realtà ai corpi che avrebbero accolto.
Ecco allora che, alla linearità di quegli schienali venne sostituita un’Onda capace di avvolgersi intorno a essi, offrendo posizioni più definite e posture più sostenute, anche per un uso ideale da conversazione rispetto al puro relax domestico.
Un divano che continua ad affascinare con la sua sagoma circolare, un abbraccio morbido, avvolgente che contagia totalmente il suo design trasformandolo in un’idea, un concetto, l’archetipo della sua stessa funzione.
Con la sua personalità determinata e il suo stile originale, Onda si candida a diventare l’elemento di spicco di ogni ambiente in cui venga inserito.
Un progetto esemplare che con coraggio tenta di rompere il primato del capolavoro corbuseriano, provando a superarlo proprio sul suo territorio, quello della “misura dell’uomo”.