Nel 1919, anno della fondazione del Bauhaus a Weimar, l’olandese Gerrit Thomas Rietveld (1888-1964) costruì con le mani nella sua città di Utrecht (Paesi Bassi) uno dei buffet più moderni che sono mai stati costruiti e,…senza sapere nulla di quello che stava succedendo in Germania!!
Aveva in mente solo di diventare il migliore degli ebanisti, avendo tra l’altro lasciato la scuola a undici anni per imparare il mestiere da suo padre.
È la pratica del design industriale che lo renderà un architetto, dopo aver messo le mani sui negozi di un gioielliere in città.
Quando Rietveld ha sviluppato la credenza Elling, sono trascorsi appena due anni da quando ha aperto il suo laboratorio, a 31 anni.
Questo famoso mobile porta il nome dell’amico architetto Piet Elling, che sarà il primo ad acquistarlo. È una vera sinfonia di sezioni di legno di quercia. Ha una vera facciata, tutta in simmetria, con, attorno al contenitore centrale, due cassetti quadrati che sembrano galleggiare in assenza di gravità. Tutto questo, è tenuto insieme come per magia.
La purezza delle linee della struttura, dà origine a un reticolo fondato sul nodo strutturale, sul quale si innestano piani, cassetti, contenitori e spazi per riporre ad esempio dei libri.
La griglia di sostegno, virtualmente continua, ha le sezioni dei listelli a contrasto per esaltarne la forza dinamica verso l’esterno.
In realtà, è un lavoro meticoloso di giunti e connessioni, alla fine, l’impressione è quella che la struttura stessa del mobile sia anche essenziale per la sua estetica. Fu grazie a questo buffet che Walter Gropius invitò Rietveld a esibirsi nel 1923 al Bauhaus.
Quel che è certo è che nel 1970, quando il designer fu un po’ dimenticato, Cassina decise di produrne dieci. I rari esemplari che si vedono oggi nelle aste e in alcuni musei sono piuttosto quelli prodotti dall’autore stesso dal 1958, con l’aiuto del falegname Gerard Van De Groenekan.
La credenza di Elling è la dimostrazione di come Rietveld incarni la figura dell’artigiano creativo, architetto, ebanista, pittore e designer, è in grado di reinventare letteralmente una tipologia mentre trae ispirazione anche dalle tendenze artistiche del suo tempo, dal movimento De Stijl a Neues Bauen.
Il paradosso è che le regole di De Stijl sulla distribuzione dinamica dei volumi, le ha già applicate spontaneamente anche prima dell’emergere del movimento, nel 1917.
Il 636 Elling Buffet è un sorprendente pezzo di design contemporaneo.
Gerrit Rietveld fu influenzato da F.L. Wright e l’arte anglo-giapponese di E.W. Godwin, in particolare per quanto riguarda le accentuate superfici orizzontali, che sono compensate dai supporti verticali che formano una griglia da cui sono appesi i vani portaoggetti.
Il modello originale andò distrutto in un incendio e fu ricostruito sotto la supervisione dell’autore nel 1951, per una mostra presso lo Stedelijk Museum ad Amsterdam.
È considerato uno dei principali segni distintivi nel movimento del neoplasticismo (insieme alla Red and Blue) ed è a catalogo Cassina dal 2019.