Nel 1911 l’architetto e designer Gerrit Rietveld aprì il proprio studio di architettura e studio di design a Utrecht, Paesi Bassi.
Fu associato a De Stijl, il progressivo movimento olandese di arte e design che unì il lavoro di un gruppo di artisti, architetti e designer olandesi tra il 1917 e il 1931.
Il loro lavoro esprimeva principi elementari di massa, linea e colore primario nella produzione di grafica immagini e oggetti.
I progetti di Rietveld per edifici e interni hanno integrato questi principi attraverso semplici mobili in legno dipinto su misura; molti pezzi erano composizioni di elementi planari e lineari differenziati dall’uso di colori primari e bianco e nero.
La sua definizione di forma attraverso la costruzione influenzò il design e l’architettura degli anni ’20.
Nel 1923, Gerrit Rietveld progettò la sua iconica sedia berlinese per la “Juryfreie Kunstschau” a Berlino.
Oltre alla sedia Red-Blue, questa è una delle sedie più famose di Rietveld.
Nel 1960, Rietveld progettò due nuove versioni della sedia per la sala del consiglio della Rijksacademie of Visual Arts di Amsterdam. In questa seconda versione è stato utilizzato un cuscino e una delle sedie era dotata di uno schienale più alto.
La sedia di Berlino faceva parte di un insieme di arredi progettato da Rietveld quando collaborò con il pittore Vilmos Huszar (1884-1960) alla progettazione di una mostra a Berlino nel 1923 (da qui il nome “Berlinjse stoel” o “Berlin chair“).
La loro mostra, intitolata “Composizione spaziale per una mostra”, includeva diversi modelli di queste sedie (di queste sedie ne sopravvisse solamente un esemplare).
Questa particolare sedia fu in seguito utilizzata come mobile quotidiano nella casa di Rietveld a Utrecht. È il più scultoreo dei suoi mobili, il suo formalismo astratto gli consente di goderne da tutte le angolazioni.
Le forme sono austere, composte da elementi semplici: linee, quadrati e, tra i colori, quelli primari.
La Berlin Chair fu la prima sedia asimmetrica (composizione asimmetrica) prodotta da Rietveld, realizzata in faggio laccato di alta qualità e verniciata in una gamma di grigio: dal bianco al grigio, grigio medio, al nero. In seguito venne spesso nominata come la sedia stecca o la sedia tavola, proprio per le sue caratteristiche morfologiche.
Gli elementi tradizionali, gambe, braccioli, seduta e schienale, sono stati abbandonati in favore di un sistema di piani interconnessi, in modo asimmetrico ma equilibrato. Il bracciolo è abbastanza ampio e poteva esser posizionato a destra o a sinistra.
Il design all’avanguardia e le linee iconiche della sedia rappresentano i principi di base di Rietveld come membro del movimento artistico De Stijl, a cui si unì nel 1919.
La sedia è realizzata con otto pannelli in rovere massello ed è verniciata nei colori bianco, nero e grigio.
Durante la seconda guerra mondiale la sedia fu dipinta di nero da Rietveld.
Nel 1975 è stata ridipinta nella combinazione originale di grigi, bianco e nero di Gerard van de Groenekan su richiesta di Bertus Mulder, responsabile del restauro della casa Schröder, Utrecht, e che voleva la sedia per la sua mostra “Rietveld Schröder huis 50 jaar” (Centraal Museum, Utrecht, 1978).
La sedia Berlin fa parte della collezione Rietveld Originals che viene distribuita in tutto il mondo esclusivamente da Spectrum.