L’Aprilia 6.5, opera del designer Philippe Starck, avrebbe potuto diventare la moto del secolo se solo fosse riuscita a raggiungere il suo obiettivo primario e conquistare il consenso dei motociclisti.
Invece, benchè da un punto di vista commerciale abbia rappresentato un fallimento, tanto da non essere nemmeno stata introdotta nell’importante mercato statunitense, diventata una sorta di motocicletta cult, sia tra i designer sia tra gli entusiasti e collezionisti.
La decisione da parte di Aprilia di cercare un designer completamente al di fuori del ristretto mondo dei progettisti e rivolgersi a Philippe Starck (noto, più per che per la sua esperienza con i mezzi di trasporto, per aver disegnato hotel esclusivi e bizzarri oggetti domestici) è stata sicuramente eccentrica.
Sorprende quindi fino a un certo punto che Starck abbia creato una moto che il mondo delle due ruote ha amato e al contempo respinto.
Quel che invece stupisce davvero è che la moto Aprilia 6.5 sia stata in assoluto uno del migliori design di moto degli anni Novanta.
Di sicuro e stato uno dei più importanti in quella nuova, importante nicchia di mercato rappresentata dalle suburban motorcycle.
Le doti di adattabilità e il motore la rendevano facile da usare nel traffico e abbastanza veloce per percorrere i brevi tratti di superstrada di chi ogni giorno si sposta per andare a lavoro, o del turista del fine settimana.
Il design abbonda di dettagli pregevoli, tra cui spicca in primo luogo il meraviglioso motore Rotax impiegato da diversi altri produttori, tra cui la Bmw che Starck ha voluto rendere di un grigio monotono, in modo da abbinarsi al telaio e alle componenti in plastica della carrozzeria.
La sagoma a uovo creata da Starck per integrare telaio e motore un’esclusiva di questo modello. In omaggio a Henry Ford, la moto era disponibile solo in due combinazioni di colorergrigia con il serbatoio giallo, e nera con il serbatoio grigio.
Oggi la moto Aprilia 6.5, prodotta per un breve ma fulgido periodo, è un ricercato oggetto da collezione, ed ha avuto il suo momento d’onore quando venne esibita al Museo Guggenheim nell’ambito della mitica mostra “l’arte delta motocicletta”.