La parabola del Concorde rimarrà per sempre segnata dal tragico incidente avvenuto a Parigi nel luglio del 2000 che condusse, infine, al suo ritiro e marchò la sua storia di aereo passeggeri più veloce e caratteristico dell’aviazione.
Durante il decollo, uno pneumatico colpi un pezzo di metallo caduto da un altro velivolo, provocando la lacerazione della gomma e un incendio disastroso.
Pochi minuti dopo il Concorde danneggiato si schiantò, causando la morte di tutti i passeggeri a bordo.
La sua fine terribile contrastava fortemente con il sogno pressochè eroico che aveva sostenuto la sua nascita.
Negli anni Cinquanta il volo supersonico era uno standard militare e sembrava inevitabile che il passo successivo dovesse essere l’adozione del volo supersonico per il trasporto passeggeri.
La Boeing aveva già in progetto un SST (Supersonic Transport), e le industrie aerospaziali britanniche diedero vita a uno studio congiunto per crearne uno loro.
I costi legati alla realizzazione di un velivolo supersonico sufficientemente grande da trasportare passeggeri erano a dire il vero scoraggianti.
Oltre Manica, l’industria aerospaziale francese era giunta alla medesima conclusione.
Il sogno aveva però messo radici profonde nell’immaginario delle autorità britanniche e francesi e con un accordo senza precedenti, firmato dieci prima dell’ingresso della Gran Bretagna nella Comunità Europea, i due governi decisero di unire le loro risorse per costruire un aereo passeggeri supersonico appropriatamente battezzato Concorde.
Con stabilimenti a Filton, Inghilterra, e Tolosa, Francia, il consorzio BAC e Sud Aviation (in seguito Aérospatiale) iniziò il lungo e arduo processo di progettazione e di sviluppo che impiegò quattordici anni, decine di migliaia di ore per i collaudi e un budget impressionante, prima che il primo servizio supersonico transatlantico potesse decollare nel 1976, gestito congiuntamente dalla Air France e dalla British Airways.
Quel servizio sarebbe divenuto il caposaldo del Concorde per un quarto di secolo. Dal punto di vista della progettazione, le sfide presentate da un jet di questo tipo erano enormi: motori, forma delle ali, fusoliera, materiali, tutto doveva essere esaurientemente ponderato per un velivolo destinato a infrangere la mitica barriera del suono.
Il Concorde offriva una velocità di crociera di 2 Mach o 2.160 chilometri orari, potenza erogata da quattro motori Rolls Royce/SNECMA Olympus.
Qualità unica per un aeroplano commerciale, i suoi motori erano dotati di post-bruciatori, dispositivi che riscaldano il gas di scarico iniettando carburante puro nel gas già surriscaldato, creando cosi un subitaneo aumento della spinta.
Questo surplus di potenza era utilizzato in fase di decollo e in regime ultrasonico, e creava le tipiche fiammate arancione the entusiasmavano tantissimi fan alla partenza di un Concorde.
Per quasi venticinque anni il velivolo rappresento il meglio del design aerospaziale europeo incarnate in un aereo romantico, elettrizzante e molto sensuale, ma l’idillio è ormai finito, perchè il Concorde è stato ritirato dal servizio commerciale dopo il suo ultimo volo sull’Atlantico dall’aeroporto JFK di New York a Heathrow, Londra, il 24 ottobre 2003.