La penna spaziale AG-7 di Paul Fischer

Nel 1965 Paul Fischer riusci a registrare brevetto della sua originale penna spaziale AG-7.

La penna era stata concepita per scrivere in qualsiasi posizione e teoricamente in ogni ambiente.

La cartuccia era pressurizzata con nitrogeno, e non necessitava pertanto della forza di gravità per scrivere con un flusso continuo di inchiostro.

Inoltre, Fischer usò inchiostro tissotropico, un inchiostro semisolido che si liquefa a contatto con l’azione tagliente della sfera soltanto quando questa è in movimento.

Di conseguenza, l’inchiostro usciva soltanto quando era necessario.

Il controllo sulla quantità di inchiostro di una penna era qualcosa di completamente rivoluzionario in questo settore di mercato e tutte le altre sfere delle penne o “perdevano” oppure si asciugavano.

La AG-7 aveva quindi una lunga durata non solo sugli scaffali, ma anche nelle più avverse condizioni atmosferiche e ambientali, dal gelo al caldo più torrido.

Poteva scrivere nell’acqua e da sotto in su. Dal punto di vista estetico, il suo fusto finemente affusolato con una impugnatura circolare non dissimile da quelle di altre penne sul mercato, presentava una forma che unitamente alle sue caratteristiche tecnologiche suggeriva un’estetica decisamente futurista.

L’azienda di Fischer continuò a sfruttare le potenzialità estetiche di questa penna con una serie di design diversi per l’involucro, molti dei quali creati per commemorare eventi particolari.

Il design di Paul Fischer nacque al momento opportuno e un grande colpo di marketing accrebbe il profilo internazionale della penna spaziale: gli astronauti delle missioni Mercury e Gemini per prendere appunti nello spazio avevano utilizzato matite, ma la AG-7 di Fischer risulto essere un’opzione evidentemente molto più pratica.

Egli quindi rifornì la Nasa di penne spaziali e nell’ottobre 1968 la missione Apollo 7 iniziò a fame uso.

L’attualità dei viaggi spaziali diede naturalmente maggior risalto all’importanza della penna spaziale, mentre le condizioni estreme in cui gli astronauti utilizzavano la penna furono la prova evidente delle sue eccezionali performance.

Il mercato pertanto accolse questo prodotto molto bene. L’esterno della penna spaziale è meno significativo del suoi dettagli tecnici interni, ma nondimeno seppe prestarsi a una molteplicità di decorazioni costantemente evolute perchè e la AG-7 risultasse sempre più gradita al consumatori, anche se la sua vera forza sta tutta nella sua rivoluzionaria cartuccia di inchiostro.

Questo il sito ufficiale.

 

 

 

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