La Jaguar Cars Company e un’istituzione in Gran Bretagna, una rara combinazione di eleganza radicale e di tradizione.
Diversamente dalla Rolls Royce, ma come l’Alfa Romeo, il suo contributo alla tradizione consiste nell’evocare un livello di quanta e di lusso nel quale conciliare il meglio del vecchio e del nuovo.
Diretta da un solo uomo, Sir William Lyons, dalle origini fino alla sua morte avvenuta nel 1985, nel tempo l’azienda crebbe da produttrice di sidecar a case automobilistica di automobili di grande stile, che superavano la distinzione tra auto per i circuiti automobilistici e auto da strada.
In effetti, la notevole spider E-Type del 1961, disegnata da Malcolm Sayer, rispondeva all’obiettivo di adattare alla strada un’automobile da corsa di altissime prestazioni, per creare un’auto che fosse un’esperienza totale.
Divertente da guidare, la Jaguar E-Type Spider aveva una forma allungata e scultorea che contribuiva qualitativamente al suo carattere, ispirato dai circuiti, di auto bassa che aderiva bene all’asfalto.
Guidare una E-Type voleva dire essere giovani e pronti a vivere un’esperienza entusiasmante. Disponibile nelle versioni convertibile e coupe, grazie alle sue linee eleganti è stata la terza automobile a entrare a far parte della collezione permanente del design del Museum of Modern Art di New York.
Le linee della E-Type meritano un’osservazione approfondita: nessuna aggiunta cromata ne spezza la chiarezza, e la griglia del piccolo radiatore con le luci ellittiche integrate sono posizionate in modo tale da non interrompere la forma fluente del cofano allungato.
La versione coupe, forse tra i due modelli quella con il design migliore, presenta una linea continua e curvata che inizia sopra parabrezza (sottilmente curvato) e raggiunge il parafango posteriore senza interrompersi.
La E-Type un tipico prodotto degli anni Sessanta, dei quali è stata parte integrante. Simbolo del livello raggiunto dal design sofisticato di quest’azienda pionieristica, si colloca tra le mature automobili della Jaguar, accanto alla Mark X e alla XJ6.
Assieme agli impermeabili Burberry e alle scarpe Church, resta infine uno dei simboli imperituri della britannicità.
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