L’artista svizzero Max Bill fu uno degli uomini del rinascimento modernista, e le sue credenziali progressiste sono esemplificate, in maniera perfettamente coerente, negli orologi da polso semplici e pratici che egli disegnò per l’orologiaio di precisione tedesco Junghans nel 1962.
L’orologio da polso che porta il suo nome fa parte di una collezione ancora in produzione e segna, inoltre, l’inizio dell’attuale tendenza a commissionare a designer e architetti il design di orologi, un settore fino ad allora prerogative del personale interno delle aziende di orologeria.
Bill era architetto, pittore e scultore, nonchè scenografo e designer grafico e industriale.
Ebbe un ruolo importante nell’affermarsi della tendenza costruttivista nella scuola di design grafico degli anni Trenta in Svizzera.
Le sue opere d’arte, tra le quali figurano griglie, geometrie pure e formule matematiche, rappresentano il tentativo di rendere “sensuali e tangibili i pensieri astratti”, secondo il concetto del Movimento dell’Arte Concreta.
La chiarezza e la precisione della sua collezione di orologi da polso la rendono un autentico prodotto della filosofia della scuola di Ulm, della quale Bill fu cofondatore nel 1951.
Gli orologi caratterizzati da quadranti bianchi e neri di 34,2 mm di diametro si caratterizzano per una configurazione delle cifre del quadrante molto discrete e per il meccanismo 17 rubini a carica manuale contenuto nella cassa di acciaio inossidabile.
Il design ridotto ai minimi termini di questi orologi da polso richiama il precedente design di un orologio da parete, disegnato da Bill per Junghans tra il 1956 e il 1957.
La Junghans e la Braun, tedesca anche quest’ultima, videro in Bill e nella scuola di Ulm l’opportunita di associare il loro marchio a un design innovativo di primo livello.