Il posto leggendario che la chitarra elettrica Rickenbacker occupa nella storia del rock’n’roll lo deve senza ombra di dubbio alla tempestiva decisione presa da Francis Hall non appena sentì che un gruppo di capelloni inglesi che si facevano chiamare Beatles avrebbe di li a poco attraversato l’Atlantico per la prima volta.
Era l’inizio del 1964: Hall contattò il manager dei Beatles, Brian Epstein, e organizzò una dimostrazione di vari amplificatori e chitarre in un albergo di New York.
Tra questi c’era il modello 360 a 12 corde che doveva ancora essere presentato al pubblico.
George Harrison stava poco bene, ma John Lennon fu talmente impressionato da questa chitarra che la portò direttamente nella stanza del Beatle malato per fargliela provare.
Tra i due si instaurò immediatamente un meraviglioso rapporto: il suono unico e stridente della 360-12 corde sarebbe divenuto una sorta di marchio distintivo della musica dei Beatles, come testimoniavano in modo spettacolare l’accordo di apertura di A Hard Day’s Night, il solo di Ticket to Ride, e numerosi altri brani arrivati in testa alle classifiche.
Benchè Lennon avesse utilizzato per parecchi anni una Rickenbacker 325, il suono assolutamente unico e stridente della 360 e l’importanza che questa acquisì all’inizio della Beatlemania in America e nel film d’esordio della band, A Hard Day’s Night, la resero ancora più famosa, e la rivista inglese Melody Maker la soprannominò “l’arma segreta dei giovani beat”.
Tra i milioni di persone che videro e rividero A Hard Day’s Night c’era Roger McGuinn, chitarrista dei Byrds.
Ispirato dal film e dagli altri pezzi dei Beatles, si mise al lavoro con una 360-12 nei dischi della sua band Turn Turn Turn e Hey Mr. Tambourine Man, che a loro volta fecero moltissimo per definire il suono stridente del Pop di fine anni Sessanta.
La 360-12, come altre Rickenbacker dell’epoca, aveva un design tutto particolare, che si rifaceva alle chitarre degli anni Cinquanta, dalla loro cassa a doppio taglio a forma di tulipano e con la buca a forma di occhio di gatto invece che con la consueta forma a “f”, e che divenne un po’ la firma distintiva dell’azienda.
Tale fu la popolarità della chitarra sull’onda della Beatlemania che le liste di attesa per poter comperare una di queste chitarre passarono da sei settimane a sei mesi e l’azienda, con sede a Los Angeles, spesso riceveva richieste indirizzate semplicemente a “Rickenbacker, Liverpool, Inghilterra”, tanto forte era nella mente dell’opinione pubblica la sua associazione con i Fab Four.
Quantunque negli anni Settanta le chitarre Rickenbacker siano andate fuori moda, tornarono ad essere le preferite di altri artisti degli anni successivi, quali Paul Weller, Peter Buck dei REM, Lloyd Cole e Johnny Marr degli Smiths.