Con la lampada a sospensione 2097 per Arteluce, Gino Sarfatti ha preso la tradizionale forma a candelabro e le ha conferito un nuovo effetto di modernità, nei termini di un’originale soluzione progettuale, e di inventiva tecnologica.
Gino Sarfatti è una delle figure più importanti del design dell’illuminazione del dopoguerra italiano, e a lui si attribuiscono circa 400 progetti di lampade per Arteluce, l’azienda che fonda nel 1939 e che fu infine venduta a Flos net 1974.
Il modello 2097 è un esemplare importante del catalogo di Flos, principalmente perchè assume la più sgargiante ed elaborata delle forme di illuminazione, il candeliere, reinventandolo completamente.
La lampada a sospensione è rifinita e razionalizzata, composta da un’unica struttura centrale in acciaio con bracci in ottone, che danno luogo a un semplice dispositivo di fissaggio a sospensione.
I cavi flessibili di collegamento e le lampadine sono lasciati esposti: queste caratteristiche grezze e disadorne sono intrinsecamente connesse con la bellissima simmetria e integrità del pezzo.
Il modello 2097 non risparmia colpi quando si tratta di onorare la propria ragion d’essere, che equivale a esplorare e creare un movimento di luce nello spazio, in questo caso emanando una luce diffusa e bellissima.
Il modello 2097 fa attualmente parte di una serie di riedizioni di pezzi classici firmati Flos dove rivive grazie alla sua capacità di rileggere un classico dell’illuminazione, e di porsi cosi come progetto pionieristico.
Nel complesso, il lampadario 2097 contraddistingue la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova era nel design dell’illuminazione, caratterizzata dall’ossessione di scoprire nuove possibilità di utilizzo di nuovi materiali, quali la plastica, e forme sempre più futuristiche e tipiche dell’era spaziale.