L’Isetta detta oggi la medesima curiosità che destò a prima vista nel 1953, quando iniziò a percorrere le strade d’Europa.
Diversi anni sono ormai passati da quando la macchina e stata commercializzata per la prima volta, ma nulla di ciò che si è visto in questo periodo può attenuare la particolarità di uno dei disegni di auto più enigmatici al mondo.
L’Isetta misurava appena 2,3 metri per 1,39, ed era per cosi dire simile a un minuscolo insetto.
Laddove in un’auto tradizionale si trova il cofano, l’Isetta presenta un unico portellone che si apre per consentire l’accesso aII’esiguo abitacolo, grande appena per una sola persona.
Alcune aperture simili a branchie e situate sulla fiancata posteriore consentivano ai fumi di scappamento di uscire dal motore montato nella parte posteriore, e i piccoli fanali davanti e dietro parevano accentuare la sua aria da animaletto.
Le piccole ruote posteriori erano distanziate soltanto di 47,5 centimetri, e enfatizzavano di fatto l’esiguità di dimensioni della parte posteriore della vettura.
Renzo Rivolta, il designer italiano meglio noto per il suo frigorifero ISO, prima di dedicarsi al design di automobili aveva già prodotto scooter e piccoli furgoncini a tre ruote.
Nell’Europa del dopoguerra, poche persone potevano permettersi di usare grandi vetture e gli scooter erano pertanto molto richiesti. Poichè però non si prestavano ai lunghi tragitti, Rivolta progetto l’Isetta.
Questo mezzo di trasporto economico, col quale si potevano percorrere distanze più lunghe, era nato intorno a un motore a due cilindri e due tempi the permetteva di raggiungere una velocità massima di 72 chilometri orari e un’accelerazione da 0 a 30 chilometri orari in 36 secondi.
L’automobile poteva percorrere 80 chilometri con 3,7 litri di benzina e una simile, semplice prestazione ben si adeguava alle possibilità di spesa dell’epoca.
Quando l’automobile fu presentata al Salone dell’Auto di Torino del 1954, le previsioni della casa madre contemplavano di produrla soltanto per il mercato italiano e quello belga, con poche certezze in fatto di esportazioni.
Le cose però cambiarono drasticamente quando nel 1954 l’Isetta si piazzò al primo, al secondo e al terzo posto della Mille Miglia, attirando cosi l’attenzione e la considerazione dei vertici della BMW, alla ricerca di una nuova automobile da lanciare per ridare vita ai loro due marchi in forte crisi, la 502 e la 507.
Nel 1955 BMW ottenne la licenza del design dell’Isetta, sostituì il motore dotandola di un più affidabile motore a quattro tempi BMW da 247cc, già montato su una sua motocicletta, in grado di generare una potenza di 13 hp.
Nei sette anni successivi, il progetto originario fu modificato per includere una versione britannica a tre ruote e vari modelli più potenti da esportare in Canada, in Nuova Zelanda e in Australia.
Quando l’lsetta BMW fu esportata anche in Brasile, fu chiaro a tutti che si trattava di un vero fenomeno internazionale.
La sua produzione fu tuttavia interrotta nel 1962, quando la concorrenza di nuove automobili di piccole dimensioni iniziò a soddisfare un mercato più florido.
L’Isetta, è anche la protagonista di un fatto storico realmente accaduto: un piano temerario, a bordo di una Isetta modificata, Klaus-Günter Jacobi fa attraversare al suo miglior amico il pericoloso confine tra le due Germanie per aiutarlo a fuggire dalla RDT. Una storia ricca di suspense che potete leggere e guardare qui.
L’Isetta oggi è un’auto molto ricercata dai collezionisti e gode di una longevità che esalta ancor più il suo status.