Questo secchio dall’aria dimessa non sembra proprio l’artefice di una rivoluzione, eppure nel 1954 ribaltò completamente il mondo degli utensili per la casa.
Fino ad allora la plastica non era mai entrata negli ambienti domestici, limitandosi ad essere un prodotto industriale utilizzato per produrre cavi isolati e materiale radar.
Giulio Castelli fu il primo a sfruttare le possibilità commerciali della plastica per uso domestico.
Allievo del premio Nobel Giulio Natta, che aveva inventato un materiale termoplastico, il propilene isostatico commercializzato come plastica, nel 1951 Castelli ebbe l’idea di commissionare a Gino Colombini la creazione di un oggetto avente lo scopo specifico di farla entrare fra le mura domestiche.
Il risultato del suo lavoro fu questo secchio, il primo oggetto di plastica prodotto dalla Kartell, che nel 1955 vinse il prestigioso Compasso d’Oro.
Gino Colombini fu assunto come direttore tecnico dell’azienda, alla quale portò tutta l’esperienza accumulata lavorando nello studio di Franco Albini, uno dei più innovativi architetti italiani.
Colombini capì subito la necessità di mantenere il proprio disegno semplice e coerente: la clientela, infatti sarebbe già rimasta abbastanza perplessa per il nuovo materiale, senza il bisogno di creare un design eccessivamente elaborato.
Egli poi sapeva bene che avrebbe dovuto rendere rendere il secchio non eccessivamente “industriale”, altrimenti nessuno lo avrebbe voluto a casa.
Il secchio KS 1146 è fatto di plastica e ha un manico di acciaio rivestito per immersione in PVC, per renderlo più morbido e gradevole al tatto.
Il coperchio del secchio era caratterizzato da due scomparti nei quali riporre stracci, sapone o qualsiasi altra cosa I’utente preferisse tenere lontano dal pavimento.
Dal punto di vista strutturale, il secchio è in pratica una vera e propria lezione di design funzionale: se le pareti di molti altri secchi si curvavano per il peso dell’acqua contenuta, Colombini aggiunse al suo modello un bordo rinforzato sopra e sotto per conferirgli la necessaria tenuta.
Prima di lanciare sul mercato la prima linea di prodotti dell’azienza, Colombini e la Kartell vi lavorarono tre anni, effettuando ricerche e collaudi.
Pur non esistendo alcun precedente di riferimento nel design di oggetti plastica ad uso domestico, Colombini seppe con questo materiale infinitamente versatile creare una collezione di articoli che ben presto si sarebbero venduti in ogni città d’Italia.