Di sicuro il settore industriale italiano più colpito dalle limitazioni imposte dai trattati di pace che seguirono la fine della guerre fu quello dell’aeronautica, privato delle commesse militari e impossibilitato a dedicarsi al nuovo mercato dell’aviazione civile.
Alle industrie Piaggio, dei 12.000 dipendenti erano rimaste poche centinaia.
Fu Enrico Piaggio a incaricare l’ingegner Corradino D’Ascanio di sviluppare un’ipotesi alternative che consentisse all’azienda di ripartire.
Non più macchine volanti (sebbene D’Ascanio sognasse di progettare elicotteri), ma qualche cosa che aiutasse l’Italia a muoversi, un veicolo piccolo, economico, adatto alle condizioni di un paese da ricostruire.
D’Ascanio si pone obiettivi precisi: un veicolo che costasse poco, che consumasse meno, meccanica elementare, che non avesse ambizioni sportive ma fosse accessibile a tutti.
Non una moto, ma un mezzo a due ruote, facile da cavalcare, senza un motore sporco tra le gambe, in grado di portare due passeggeri, leggero e maneggevole.
D’Ascanio, che non era un motociclista, non affronta il tema in modo ortodosso, ma si ispira alle concezioni aeronautiche a lui ben note.
La ricerca della massima leggerezza gli suggerisce di adottare un supporto monotubo per la ruota anteriore e di superare la tecnica automobilistica con una struttura in lamiera che è allo stesso tempo carrozzeria e telaio.
Ruote di piccolo diametro, uno scudo che protegge dall’aria e dagli schizzi; furono in molti a ridere quando il prototipo venne presentato nel 1946.
Pochi scommettono sul successo del veicolo, la cui forma suggerisce allo stesso Piaggio il nome di Vespa.
I più immaginano che sarà un progetto di breve durata, e che, superate le ristrettezze del momento, sarà presto abbandonato.
Invece la Vespa, come gli altri scooter prodotti in Italia nel dopoguerra, ha saputo non solo interpretare l’emergenza ma proporsi come veicolo divertente e pratico, antesignano di una modernità fatta di nuovi stili di vita.
Nell’aprile del 1946 questo nuovo, funzionale e innovativo mezzo di trasporto venne presentato al pubblico per la prima volta, al Golf Club di Roma.
Lo stemma fu stampato in rilievo con un nuovo logo, che rimpiazzò quello precedente dei veicoli Piaggio.
Vespa conseguì un successo immediato sia sui mezzi di comunicazione che tra il pubblico, suscitando sorpresa ma anche scetticismi.
I primi esemplari vennero venduti attraverso un piccolo network di commercianti, con prezzi variabili dalle 55.000 Lire del modello base alle 66.000 Lire del modello deluxe.