Makio Hasuike e un designer giapponese, ma vive e lavora in Italia dal 1964.
Il suo approccio non ha mai rinunciato a confrontarsi ne con le esigenze strettamente funzionali ne con gli aspetti più emozionali e poetici del disegno, senza per questo cercare sintesi compiute o eccessive semplificazioni.
Professionista chiamato a collaborare con grandi gruppi internazionali (Merloni e WMF su tutti), Hasuike ha deciso nel 1982 di diventare imprenditore di se stesso, fondando la MH Way, società che progetta e commercializza oggetti da tavolo, da ufficio, borse e piccoli accessori.
Lungi dall’essere un estemporaneo passatempo, la MH Way è diventata per Hasuike un laboratorio in cui testare la possibilità di coniugare tecnica e poesia, funzionalità ed emozione, mercato e ricerca.
Esempio paradigmatico di un atteggiamento sperimentale in cui si riassumono molti dei temi che attraversano il progetto alla fine degli anni ottanta e lo zainetto Impronta, che Hasuike disegna nel 1986.
Sfruttando una tecnologia derivata dalla produzione di corsetteria femminile, un foglio di polietilene espanso viene pressato a caldo tra due strati di tessuto in poliestere elastico.
Il risultato e un volume leggero, un guscio d’aria soffice come un reggiseno e inaspettatamente resistente. Naturalmente ergonomico grazie alla morbuidezza del materiale che non preme su alcun punto specifico della schiena.
La cerniera lampo ne struttura il profilo e ne consente una apertura quasi totale.
Tecnologia come invenzione e come gentilezza.