Quando a Ettore Sottsass fu chiesto di pensare a una nuova macchina per scrivere portatile, l’aspettativa della Direzione Olivetti era quella di rinnovare l’immagine e il successo della Lettera 22.
La risposta di Sottsass fu in questo senso sorprendente per intelligenza, sensibilità e capacità di decodificare non tanto una richiesta di prodotto, quanto il contesto nel quale questa domanda prese forma.
Ben più del sostantivo “macchina”, ciò che interessa Sottsass è l’aggettivo “portatile”, condizione in cui si riflette il travaso di valori in atto alla fine degli anni sessanta dalla sfera organizzata del lavoro verso la dimensione libera del tempo individuale.
Quando la Valentine fu presentata al pubblico, si capì immediatamente che non si trattava di una macchina per scrivere chiusa in una valigetta, ma di una scatola piena di parole possibili.
O meglio, di storie possibili.
Più che il disegno di un oggetto, l’interpretazione di comportamenti disinvolti, che la Valentine asseconda quasi come un accessorio di moda, da indossare con consapevole nonchalance.
Una maniglia e una scatola rossa, due elastici che fungono da chiusura, un carter minimo che lascia scoperta la tastiera come le gambe liberate dalla minigonna: la Valentine e la prima macchina interamente in plastica (ABS stampato a iniezione un giocattolo serissimo e allegro, con due punti arancioni che ricordano gli occhi di un robot.
Una “macchina anti-macchina” non riservata ai tecnici e agli esperti, ma disponibile e immediata, un oggetto popolare nel senso che solo l’espressione inglese pop riesce force a restituire.
Come prodotto la Valentine non riuscì a soddisfare le aspettative della Olivetti; ma la filosofia “personal” del progetto ne fece un planetario successo di comunicazione.
Immessa nel mercato nel 1969, Valentine rappresnetava una macchina, un gioco, un modo di essere. Tastiera a 43 tasti per 86 segni. Scocca realizzata in plastica (ABS stampato ad iniezione), la Valentine è una portatile integrata con una scatola che funge da valigetta, fermata da due elastici.
Interessante anche la promozione proposta da Olivetti per Valentine; per promuovere un progetto così poco consueto, la Olivetti incarica lo stesso Sottsass di elaborarne il piano di comunicazione.
Sottsass traduce le premesse del progetto miscelando linguaggi diversi ma accomunati dalla stessa origine popolare: il fotoromanzo, il fumetto, la “supergrafica“.
Sottsass viaggia con Valentine nei luoghi più diversi, fotografa le situazioni e le reazioni suscitate dalla macchina.
Ne scaturisce un racconto per immagini impaginato come un album di ricordi del futuro.