Se leggiamo il breve “concept” che chiosa il lavoro del gruppo giapponese Nendo, tutto sarà immediatamente chiaro e comprensibile.
Anima e motore del gruppo, Oki Sato descrive il lavoro di Nendo come la ricerca di piccoli momenti di stupore/emozione, definiti da Sato come momenti “!”, sintesi grafica che già di per se e un piccolo e felice progetto.
Sato sostiene che i momenti “!” costellano le nostre giornate, ma spesso non ce ne rendiamo conto.
Ecco allora che Nendo si incarica di rileggere il quotidiano al fine di rimodellare questi momenti “!” in forme nuove, intuitive e facili da comprendere.
Design dunque come riscrittura e rivelazione, compito che Sato e i suoi numerosi collaboratori assolvono con leggerezza, ironia, sorpresa.
Per raggiungere il proprio obiettivo, Nendo usa con grande perizia alcuni strumenti teorici che definiscono un preciso approccio concettuale al progetto: il gusto dello spettacolo e della messa in scena, parente ingenuità del fumetto, lo straniamento del linguaggio optical, la licenza concessa a uno sguardo artistico sulle cose.
Nendo non inventa, ma declina in modo nuovo e lieve molte delle ricerche elaborate dalle avanguardie del Novecento.
Ricerche depurate però da ogni residuo tormento, private di ogni carica eversiva, depotenziate da ogni rigurgito rivoluzionario.
Con mano leggera, gusto del gioco, con sapiente uso del bianco, dei grigi, dei colori pastello e dei materiali naturali, Nendo ha trasformato l’irruenza delle avanguardie nel canone gentile di una facile e divertita contemporaneità.
Ne è un esempio il cavallo a dondolo H-horse del 2016 per Kartell.
La sezione ad H delle grandi putrelle d’acciaio assicura un’eccellente resistnza strutturale.
Con una piccola magia Nendo trasfigura il profilo ad H delle putrelle: la forza diventa gioco, il peso diventa leggerezza.
Un profilo trasparente e colorato in metacrilato ridisegna in chiave contemporanea un giocattolo vecchio come il mondo.