Esistono alcuni prodotti talmente inseriti nel nostro tessuto culturale da diventare scontati come un luogo comune.
Uno di questi e la cannuccia per le bevande.
Come spesso accade, la si apprezza appieno solo quando manca: allora ci si rende conto di quanto sia utile.
La prima cannuccia di carta fu creata da Marvin Stone, un produttore di bocchini per sigarette con filtro in carta.
L’abitudine a godersi un cocktail al termine di una giornata di lavoro, gli fece notare quanto fosse insoddisfacente l’uso delle tradizionali cannucce in loglio, che immancabilmente si spezzavano, lasciando spesso un fastidioso deposito sul fondo del bicchiere.
Stone pensò che avrebbe potuto magari utilizzare la carta con le tecnologie in uso nella sua fabbrica: avvolse pertanto alcune strisce di carta attorno a una matita e le incollo insieme, creando cosi la prima cannuccia di carta.
Il prototipo subì un miglioramento grazie all’uso di carta paraffinata, che impediva alla cannuccia di inzupparsi, e il design fu ufficialmente brevettato nel 1888.
Due anni dopo, il nuovo prodotto si rivelò la principale fonte di guadagno di Stone.
Da allora, si è succeduta una serie di innovazioni materiali e tecnologiche che hanno contribuito a migliorare il prodotto originate di Stone: possibile che la più importante sia stata l’aggiunta della fascia flessibile, introdotta da Joseph B. Friedman nel 1937, che consentiva finalmente la flessione della cannuccia di carta sul bicchiere.
Questo stratagemma si rivelò estremamente utile tanto per i bambini piccoli che ancora non riuscivano a bere bene dal bicchiere, quanto per i convalescenti costretti a letto.
Di fatto, la prima partite di cannucce flessibili dell’azienda di Friedman, la Flexible Straw Corporation, fu venduta proprio a un ospedale, nel 1947.
Un buon design ha fra le altre cose il compito di migliorare la vita quotidiana, e per questo motivo la cannuccia è diventata ormai un oggetto diffuso ovunque.