Twinings, produttore di eccellenti tè sin dall’inizio del Settecento, ha mantenuto pressoché immutata la propria lattina con coperchio per oltre quaranta anni, a partire dal dopoguerra.
Lungi dall’indicare un declino del marchio, questa mancanza di cambiamenti appare piuttosto un volontario simbolo dell’incrollabile e rassicurante qualità britannica, stabile anche nell’incerto mondo postimperiale.
Benché Ia semplicità della lattina fosse sintomo dell’austerità dei tempi, la scritta stampata di lato, Teamen to connoisseurs, era l’inequivocabile segno che lo stile inglese, sia pure sotto le spoglie di una tazza di Earl Grey, era ancora possibile in una Gran Bretagna segnata dai libretti di razionamento.
Dalla metà degli anni Quaranta e fino al termine del decennio il turbinio artistico delle lattine in stile Art Nouveau probabilmente sembrò strano.
In effetti, esse sembravano rifarsi all’aspetto dei primi prodotti di marca confezionati artigianalmente all’inizio del secolo.
Per la prima volta nella storia, però, i consumatori potevano scegliere da soli, invece che affidarsi al loro negoziante per farsi riempire borse e scatole di cartone.
Le confezioni in grado di comunicare freschezza e qualità divennero perciò un must per i produttori che intendevano attirare l’attenzione della clientela sui sempre più affollati ripiani dei negozi.
La lattina Twinings seppe coniugare convenientemente forma e funzione.
II suo meccanismo di coperchio a leva, apribile grazie a un cucchiaino, si rivelò insuperabile nel mantenere la freschezza del tè.
Questo fattore divenne il pilastro della campagna postbellica della Twinings per reclamizzare il suo commercio all’estero e le sue esportazioni, che in precedenza si erano affidate a varie forme di packaging, come cartoni e sacchetti preconfezionati.
Il metodo si rivelò talmente di successo che per riuscire a soddisfare la domanda l’azienda produttrice, la Barnsley Canister Company, dovette cambiare tecnica e invece di apporre marchi ed etichette sulle lattine passò a stampare direttamente sulle lastre di lamiera e a rivestire poi le scritte con uno strato di vernice protettiva.
L’unico cambiamento apportato al design consistette, alla fine del 1960, nel passaggio del coperchio da tondo a quadrato, in modo tale che le macchine potessero incontrare minori difficolta a chiudere le lattine meccanicamente.
La loro sobrietà ha reso le lattine oggetti pratici ed esteticamente gradevoli, per molti anni presenti in cucine, sale da tè e dispense.
Nonostante l’avvento del tè in bustina, una tendenza poi abbracciata anche da Twinings, il fascino del tè in foglia ha continuato ad appassionare gli intenditori, e la lattina non è mai passata di moda.
La sua fine e tuttavia arrivata nel 1997, quando Twinings ha introdotto una lattina più grande, con coperchio a cerniera, adatta sia alle bustine di tè che al tè foglie, e un po’ più simile a un tradizionale barattolo.