Pur essendo un oggetto di comprovata e riconosciuta funzionalità, la sedia pieghevole da regista ha una storia piuttosto illustre, e da sempre è considerata una specie di status symbol.
Si ritiene infatti che fosse state inizialmente realizzata dagli Egiziani tra il 2000 e il 1500 a.C., per gli ufficiali dell’esercito.
II design di base rimase poi sostanzialmente invariato fino all’inizio del XX secolo, quando acquisì la sua dimensione di status in quanto sedia da regista, nell’industria cinematografica americana in rapida espansione.
Del resto, vi sono parecchie analogie tra le due professioni: sia il comandante militare sia il regista di film sono a capo di vasti gruppi di persone ed entrambi tendono a essere in continuo movimento, uno sui campi di battaglia, l’altro tra i vari set.
Tra i suoi più antichi ascendenti, e la sua attuale incarnazione, la sedia pieghevole fu adottata tra l’altro anche dalla Chiesa.
La decorativa sedia Savonarola, per esempio, che prende il nome dall’ex reggente della Repubblica Fiorentina responsabile per avere ordinato il falò delle Vanità alla fine del XV secolo, era utilizzata per i vescovi quando, in epoca prerinascimentale, dovevano affrontare un viaggio.
Realizzata in legno, con seduta e schienale in tela, la struttura classica della sedia da regista è a forma di X, e sotto la seduta, sia davanti che dietro, presenta dei perni grazie a cui è possibile ripiegarla a mo’ di soffietto.
Nel corso degli anni, la sedia è diventata un oggetto di grande fascino per i designer.
Nel 1928 Marcel Breuer diede vita alla propria versione, Erik Magnussen, Enzo Mari, e Philippe Starck, ciascuno di loro ha ideato e realizzato la propria interpretazione del modello classico.
Nonostante ciò, rimarrà sempre un prodotto da associare, prima ancora che a un designer, a un’epoca particolare e a un particolare settore.