Tra il 1908, quando il Modello T fu messo in vendita, e il 1927, quando la produzione fu interrotta, gli stabilimenti Ford di tutto il mondo avevano immesso sul mercato la straordinaria cifra di 15 milioni di autovetture: soltanto il Maggiolino Wolkswagen avrebbe battuto questo record di produzione.
Con l’introduzione della catena di montaggio, i ritmi di produzione salirono da un’automobile ogni dodici ore e sette minuti a una ogni ventiquattro secondi.
Progettato per essere leggero e cedevole tanto da affrontare le strade più impervie, il Modello T ha uno chassis interasse standard di 254 centimetri che poteva essere associato a diversi stili di carrozzeria, da quella per l’auto Gran Turismo a cinque posti, all’utilitaria a due posti, al furgone da città da sette posti.
II motore aveva quattro cilindri a testa rimovibile montati in un blocco per un più facile accesso, produceva 20 hp, e consentiva di raggiungere la velocita massima di 72 chilometri orari.
Per avviare il motore del Modello T fino al 1920 si faceva ricorso a una manovella a mano, finche alcuni modelli furono finalmente dotati di un interruttore azionato a batteria.
Poichè la benzina alimentava il motore grazie alla sola forza di gravita, l’unico modo per guidare una Modello T in salita consisteva nel farlo in retromarcia, che era, per inciso, una marcia molto più potente delle due concepite per la guida in piano.
II Modello T fu prodotto in un solo colore, il nero. Quando Henry Ford diceva: “un idealista e una persona che aiuta gli altri a diventare ricchi” forse si riferiva a se stesso. Ford ha creato l’auto di maggior successo al mondo, e con essa ha rivoluzionato la società, realizzando, col Modello T, una vettura poco costosa e motto efficiente e retribuendo i suoi operai con generosità.
Nel 1914 era infatti in grado di pagarli cinque dollari al giorno, circa il doppio degli stipendi della concorrenza.
L’aumento di produzione della vettura portò a una diminuzione del prezzo sul mercato, che passo dagli 850 dollari del 1908 a meno di 300 negli anni Venti, trasformando cosi l’autovettura da mezzo di trasporto destinato soltanto ai ricchi a un vero e proprio fenomeno di massa.
La produzione tramite catena di montaggio permise inoltre a Ford di tagliare le ore di lavoro giornaliero da nove a otto, e di passare a una produzione lavorativa settimanale su tre turni nei suoi impianti.
Oggi si calcola che circolino al mondo ancora 100.000 esemplari di Ford Modello T.
Non che tutto il merito del suo longevo successo industriale sia dovuto a una politica di prezzi bassi resa possibile da un’estrema razionalizzazione del lavoro dovuto all’implementazione della catena di montaggio, va ricordato che Ford affronta il mercato ancora sostanzialmente vergine dell’automobile con la semplice strategia del modello unico: un prodotto di base, essenziale ed efficiente.
Con l’obiettivo di produrre qualche cosa che possa essere acquistato da tutti, anche da chi lo produce nei suoi stabilimenti, Ford sviluppa un’estetica che non ha nulla a che fare con astratti modelli di bellezza, bensì con il piacere di poter utilizzare i prodotti industriali: “Un’automobile è un prodotto moderno, e deve essere costruita non per rappresentare qualcosa, ma per prestare il servizio per cui è prevista“.
Pur con molti adeguamenti, questo modello produttivo resse con un successo straordinario per ben venti anni: nel 1927 dagli stabilimenti Ford usciva il quindicimilionesimo Model T, uno degli ultimi.
Pochi mesi dopo, incalzato da una concorrenza che oramai offriva vetture più rifinite, comode e coloratissime, Henry Ford dovette adeguarsi ai tempi nuovi e abbandonare il sogno di un’industria perfetta basata sulla standardizzazione dell’offerta e della domanda.