Sebbene simile in tutto e per tutto alla tipologia di oggetti realizzati dal Bauhaus tedesco, questo portatoast fu progettato dal designer inglese Christopher Dresser più di quarant’anni prima dell’apertura della scuola.
II lavoro di Dresser fu rivendicato dai modernisti agli albori del XX secolo, ma per quanto abbia disegnato molti oggetti in argento caratterizzati da un’estetica minimalista, spesso ricorrendo a semplici forme geometriche, Dresser non fu il fautore di un unico stile di design o di una rigida dottrina.
Lavorando con i materiali più disparati, egli sosteneva che ornamento e struttura non dovevano essere considerati separatamente, anche se non era contrario all’applicazione della decorazione ove appropriato.
Per quanto riguarda gli oggetti in silver, si concentrò su un uso economico del materiale e la maggior parte delle superfici restavano disadorne, concentrando egli l’attenzione sui dettagli strutturali.
Nel portatoast questa economia risulta perfettamente visibile. Dieci rebbi cilindrici conficcati su un piatto oblungo, quattro fuoriuscenti a formare i piedi.
I restanti sei sono piantati come chiodi sul lato inferiore del portapane, un dettaglio probabilmente ispirato dai chiodi a vista presenti negli oggetti in metallo giapponesi.
II manico a T è un altro dei motivi giapponesi che Dresser ha mutuato per molti dei suoi design, e pare che la collezione alla quale apparteneva il portatoast non sia stata influenzata solo dai piedistalli in metallo e laccati giapponesi, ma anche da opere pubbliche, sempre in metallo, come le cancellate di campagna e i portali dei templi.
Dresser fu il primo designer europeo a visitare il Giappone, cosa che fece nel 1876 su invito del governo giapponese in segno di riconoscenza per il suo lavoro che promuoveva i prodotti nipponici in Europa.
In origine realizzato con I’argento dalla Hukin & Heath, azienda britannica per la quale Dresser lavorò molti anni, il pezzo è stato riproposto dalla Alessi nel 1991 nella versione in acciaio inossidabile lucidato.