All’inizio del del XX secolo si assistette all’acuirsi, nella produzione tedesca, della contrapposizione tra due movimenti fondamentali.
Il primo che aveva i suoi presupposti nel movimento inglese delle Arti e Mestieri, aspirava alla produzione di oggetti espressivi della personalità e dell’artigianalità dell’artista, mentre il secondo si dedicava a un piano razionale di produzione in serie.
Questa dicotomia confluì nei laboratori della scuola del Bauhaus a partire dal 1919.
Alla ricerca di un’unità tra arte, lavoro manuale e industria, in un primo tempo il percorso di studi della scuola favorì le arti applicate, e gli studenti passavano da un corso preliminare che si basava sulla libera sperimentazione di forme, colori e al lavoro specializzato in uno del numerosi atelier.
L’arrivo dell’ungherese László Moholy-Nagy alla direzione dell’Officina dei Metalli nel 1923 determinò un brusco cambiamento di impostazione e il design di Rittweger e Knau ne esemplifica alla perfezione l’esito.
Tramontò definitivamente l’interesse del predecessore Johannes Itten per la spiritualità e la filosofia, e sparirono materiali lavorati a mano quali l’argento, il legno e la creta, a vantaggio di una maggiore enfasi per la funzionalità e il pragmatismo, espresso in materiali diversi, quali l’acciaio tubolare e la lamina d’acciaio, il legno compensato e il vetro industriale.
Moholy-Nagy considerava la macchina una forza democratica, e non, come gli altri artisti del Bauhaus, una minaccia per il genera umano.
Comunicava la sua idea perfino con il suo look, preferendo sobri completi industriali agli indumenti svolazzanti con cui Itten coltivava la sua immagine di leggerezza.
La forma semplice e la linea pulita del cuocitè con sostegno di Rittweger e Knau, che in origine erano nichelati, esemplifica la compostezza che sostituì ciò che uno studente descrisse come “i samovar spirituali e i pomelli intellettuali del vecchio laboratorio“.
Questo nuovo approccio avrebbe aiutato la scuola a trarre maggiori guadagni tramite varie commissioni, e vendendo modelli e brevetti, invece di produrre in proprio costosi articoli.
Quando questi cuocitè vennero prodotti furono portati a fiere commerciali ed esposizioni.
Oggi il design e stato ripreso è stato a catalogo Alessi dal 1995 per qualche anno), ma con una sostanziale modifica: il materiale utilizzato e acciaio inossidabile.