BIOGRAFIA
Carta, penna e calamaio, quando ancora la quella è quella dell’oca o del tacchino, con la punta affilata e incisa una sottile, breve fenditura.
Poi il pennino metallico intinto nell’inchiostro, quindi la stilografica che, nella forma cava, comprende il calamaio. Infine la Biró, il progetto cui dà nome László Biró.
Né pennino, né calamaio, la biro è sfera posta all’estremità di un refil che contiene una pasta colorata: non verga, rotola sul foglio, e lascia traccia del suo passaggio.
Pronta all’uso, la si getta quando esaurisce il compito.
L’ideazione di László Biró è design nell’accezione più esauriente della parola.
“Solo il ripensamento della forma può migliorare la prestazione erogata. Il salto di qualità progettuale”, dichiara Augusto Morello, “si ha quando si presentano beni interamente progettati… cosi…gli oggetti informano in merito alle prestazioni inerenti alla cultura della Società in cui sono impiegati e prodotti”.
LÁSZLÓ BIRÓ DESIGNER
László Biró nasce a Budapest nel 1899. Attivo in qualità di giornalista e critico d’arte, sperimenta l’intero arco evolutivo degli strumenti per la scrittura a mano, dalle penne d’oca alle stilografiche, rilevandone la scomodità d’uso e la scarsa economicità.
Inizia quindi una ricerca mirata al superamento dei modelli esistenti.
Nel 1940 lascia l’Ungheria e si trasferisce da prima in Spagna, poi in Argentina ove, con il fratello Georg, chimico, nel 1942 perfeziona la sua ideazione.
Ottiene il brevetto per i primi campioni nel 1943.
II contabile inglese Henry George Martin, che aveva sostenuto la sua ricerca, propone la Biró ai comandi delle forze alleate.
Verrà prodotta dalla Miles Martin Pen Company in misura di trentamila unità nel 1944. Non adatto alla conduzione di impresa, László Biró aveva fondato la Eterpen Co., cede per una cifra irrisoria i diritti di fabbricazione a Marcel Bic, che fonda la Bic Point. László Biró riprende la sua attività di giornalista.
Muore a Buenos Aires nel 1985.