Nel variegato panorama dei nuovi designer internazionali, lo studio svizzero Atelier Oï coltiva uno speciale interesse per la ricerca, che lo distingue dai più consumati professionisti.
Dietro al curioso nome dello studio contrazione dello slavo troika (tre), ad avventurarsi in terreni poco esplorati, ci sono Aurel Aebi, Armand Louis e Patrick Reymond.
In particolare, i tre designer sembrano molto interessati a un genere di progetto/oggetto che si potrebbe per semplicità definire micro/macro: ovvero strutture generate dal disegno di elementi piccoli, quasi minuti, che danno luogo a oggetti di consistenza ed efficacia architettonica.
Nella collaborazione con B&B Italia, Atelier Oï ha spinto naturalmente l’acceleratore su uno dei temi più discussi (a volte rischiosi) per il disegno industriale oggi: la vicinanza o l’affinità tra le tecniche artigianali e quelle per la produzione in serie.
Nel 2012 inizia la ricerca più complessa per la serie Hive, pouf realizzati con un patchwork di tessere modulari intelligentemente ricavate dai residui di lavorazione della pelle: “foglie” o “petali” sono i termini vegetali che piace usare ai progettisti.
In effetti le composizioni tridimensionali generate dall’assemblaggio delle sottili, quasi bidimensionali tessere, nella loro configurazione finale ricordano le meravigliose complessità che la natura sa mettere in atto nel generare le sue forme più funzionali, o semplicemente decorative.
Hive significa infatti alveare, la geniale architettura delle case/fabbriche delle api: ma un simile processo di crescita/aggregazione e presenza in molte altre forme vegetali, come nelle corolle delle composite.
Naturalmente dietro questa apparente naturalezza, nel caso del prodotto per B&B Italia ci sono calcoli matematici, uno studio attento del disegno delle singole tessere che comprende il giunto per l’assemblaggio e molti esperimenti di “montaggio“, anche manuale, realizzati dagli stessi designer.
Le forme esagonali del pouf si accordano con una serie di tavolini, a più altezze e dimensioni, che nascono da un foglio metallico ripiegato per Bar vita a un complemento d’arredo originate e poetico.
Trial and error, il metodo più spontaneo di problem solving “prova ed errore“, si rivela ancora una volta efficace anche per designer come Atelier Oï alla ricerca ostinata, perfino testarda, di strade diverse per la definizione di un nuovo universo di oggetti.