Alvar Aalto

BIOGRAFIA

Alvar Hugo Henrik Aalto nasce a Kuortane, in Finlandia, nel 1898. Si laurea in architettura presso il Politecnico di Helsinki nel 1921 e, nel 1923, apre il suo primo studio professionale a Jyväskylä. Nel 1924 sposa Aino Marsio, architetto, sua collaboratrice sino al 1949, anno in cui muore.

Inizia gli esperimenti con il legno di betulla nel 1925. Trasferito lo studio a Turku nel 1927, ne utilizzerà i risultati progettando gli arredi per il sanatorio di Paimio e per la biblioteca municipale di Viipuri, rispettivamente ultimati nel 1933 e nel 1935.

Quest’ultima verrà distrutta dai bombardamenti nel 1943. Nel 1935 incoraggia la coppia Gullichsen-Ahlstrom a fondare la ditta Artek, che ancor oggi produce e distribuisce i suoi mobili. Nel 1937 realizza il padiglione finlandese alla Fiera mondiale di Parigi.

II MOMA inaugura una sua personale nel 1938. Docente a Cambridge (USA) net 1940, al MIT (Massachusetts Institute of Technology), net 1952 sposa Elissa Makiniemi, architetto, che collabora con lui sino al 1976, anno in cui Aalto muore a Helsinki.

La moglie porterà a termine i suoi progetti rimasti incompiuti.

 

ALVAR AALTO DESIGNER

Scrive Werner Blaser:

La tradizione finlandese è fortemente legata all’ambiente naturale, dal quale gli artisti ricavano le forme ardite delle loro opere. La natura è architettura. Il modello labirintico dei molti laghi interni, vestigia odierne dei primordiali ghiacciai, contrasta con le severe foreste di pini e di betulle. Linee curve e forme piane caratterizzano il design di Aalto. Il disegno organico delle sue linee è radicato nella natura e si esprime con la forza delle forme elementari“.

Coadiuvato, dal 1925, dalla moglie Aino Marsio, Alvar Aalto indaga, saggia, sperimenta le peculiarità formali del materiale organico per eccellenza: il legno, quindi ne studia le possibilità costruttive.

A differenza di Michael Thonet che, a suo tempo, aveva inventato la tecnica della piegatura con il vapore, egli sfrutta allo scopo l’umidità connaturale della fibra lignea, specie della betulla, assai copiosa in Finlandia.

Nel 1928, vinto il concorso per il sanatorio di Paimio, Aalto passa dalla libera ricerca formale all’ideazione di forme utili.

E qui egli intende mobili, oggetti, arredi tutti, accessori del complessivo progetto architettonico finalizzato alla migliore accoglienza dei fruenti: i malati.

E ciò non solo come evento occasionale“, osserva Renato De Fusco, “ma in risposta ad una precisa esigenza dell’architetto-designer. Come è stato osservato, l’interesse di Aalto per l’oggetto d’arredo investe una problematica formale e il suo rapporto con il comportamento e le reazioni dell’uomo, prioritaria rispetto alle particolari soluzioni d’esecuzione richieste dal progetto o alle successive scelte di diffusione del prodotto.

L’oggetto aaltiano quindi, progettato per ambienti specifici, non è interessato ad una serializzazione, nel senso corrente della parola, e prevede una possibilità di standardizzazione legata unicamente alle componenti progettuali… E’ pensato in ragione di un’architettura e di un rapporto dialettico fra l’uomo e l’ambiente“.

 

Lo Sgabello della biblioteca di Viipuri (1935) Artek

Quando abitare equivale a vivere, tutti i particolari concorrono a elevare la qualità della vita.

Esemplare la poltrona di Paimio del 1931, ove al telaio di legno a nastro continuo e sospesa una lastra di compensato curvo a forma organica che sfrutta appieno l’elasticità del materiale, a vantaggio di una comoda e riposante seduta.

Non e pensabile che Aalto conoscesse in quest’epoca“, precisa Karl Mang, “i brevetti americani del 1878 per mobili in legno compensato, ricordati da Sigfried Giedion nel suo libro Mechanization Takes Command, ne poteva essere informato sugli esperimenti di Thonet con il legno compensato presentati solo in pochi esemplari nel Museo della ditta e mai resi noti. E’ probabile che conoscesse piuttosto le tecniche di costruzione degli sci da neve impiegate nei paesi nordici già da decenni”.

La poltrona di Paimio è nella forma, come tutti gli oggetti di Aalto un classico, oggi cult del design del Novecento. Un anno dopo l’inizio dei lavori per il sanatorio di Paimio Aalto progetta la biblioteca municipale di Viipuri; le due ideazioni prenderanno corpo quasi contemporaneamente: in ordine nel 1933 e nel 1935.

Se nella definizione degli arredi di Paimio egli aveva nettamente preferito il legno all’acciaio, considerando quest’ ultimo materiale freddo e duro, ancor più a Viipuri, ove il soffitto della sala delle conferenze, ondulato, per ragioni acustiche, rappresenta il primo e inconfondibile esempio della sua architettura organica.

Sgabelli e sedie in legno qui sono frutto di una tecnica produttiva che evolverà nel tempo.

La poltrona del sanatorio di Paimio (1933-35) Artek

Quelli disegnati negli anni trenta“, continua Renato De Fusco, “hanno i sostegni nelle solide bande di compensato curvato e il sedile circolare chiaramente sovrapposto ad esse; quelli disegnati negli anni cinquanta hanno i sostegni di elementi compensate ma composti in modo da aprirsi superiormente a ventaglio tanto da formare it piano del sedile e anche dei tavoli, cosi come talvolta succede in alcune conformazioni organiche e vegetali. La continuità in questi esemplari più recenti, nonchè basata sull’omogeneità delle parti costituenti, si trova anche in una uniformità morfologica: l’unione fra il sostegno verticale e il piano, come per una sorta di dilatazione del montante, e il massimo concepibile con questa tecnica del legno; per trovare esemplari ancor più unitari e continui, bisognerà attendere l’uso della plastica e dei mobili conformati a stampo“.

Lo sgabello X600 (1954) Artek

Nel 1935 nasce Artek che ancora oggi promuove e diffonde la cultura del design di Aalto, attraverso la produzione e la distribuzione dei modelli esemplari di sua ideazione. “Questa ditta“, conclude De Fusco, “dovuta all’iniziativa di Maire Ahistrorn, figlia di un magnate del legno, e di suo marito Harry Gullichsen, erede di un grande impero industriale e collezionista d’arte contemporanea, è un’azienda sui generis.

Vaso Savoy (1936) Iittala

Il suo scopo principale era quello di sperimentare, produrre e distribuire i mobili di Aalto.

Ma oltre a ciò essa si pose, negli anni in cui fu diretta da Nils Gustav Hals e successivamente in quelli sotto la guida di Aino Marsio Aalto e poi di Maija Heikninheimo, come un centro completo di cultura, interessato a promuovere le arti figurative e il cinema non meno che l’arredarnento e il design.

Come si vede, si tratta di una struttura complessa, promossa da mecenati di alto rango economico e culturale, da un architetto di eccezionale talento loro amico e progettista (per la coppia Gullichsen-Ahlstrom, Aalto progetta la celebre villa Mairea), sostenuta dal lavoro di abili artigiani, promotori e venditori, nonchè fiancheggiata da cultori e amatori d’arte“.

Cosi, ancor oggi i mobili di Aalto in legno di betulla, gli oggetti, i vasi in vetro si distinguono per “la forza delle forme elementari”.

Il Carrello da Tè (1935-36) Artek