In Patricia Urquiola non mancano mai due riferimenti essenziali: il suo luogo di nascita a Oviedo, in Spagna, poi gli studi di architettura e design al Politecnico di Milano, con Achille Castiglioni, e le prime collaborazioni professionali con Vico Magistretti per Maddalena De Padova.
In queste influenze culturali si può leggere il profilo di una delle più originali designer contemporanee, tesa tra il profondo radicamento nelle origini mediterranee e lo slancio verso la creazione di prodotti iconici per il mercato globale.
E’ lei una delle che designer donna che nell’arco degli ultimi anni e riuscita ad affermarsi come una delle più originali del design in Italia.
Molto spesso i suoi oggetti quando appaiono sembrano già la trama di un racconto in divenire, al quale invitano l’osservatore a prendere parte.
Nei lavori di Patricia Urquiola subentrano sempre più spesso elementi dal disegno decorativo che però, a differenza di quanto accadeva prima della revolution moderniste, sono dotati di un’intrinseca funzione.
La decorazione per Patricia Urquiola prima di tutto intreccio: un tema fortemente presente in numerosi lavori, canto da divenire quasi un marchio di fabbrica, inteso come accumulo di stratificazioni, racconta processi sedimentati, invita a considerare le nuove storie che prendono vita nell’interazione con gli oggetti.
Fino all’intreccio come innovazione progettuale, proprio per B&B Italia con il progetto Canasta sviluppato a partire dal 2006.
La scommessa che porta alla sua ideazione e l’obiettivo strategico dell’azienda di sviluppare una collezione outdoor che vinca una posizione importante per creatività e comfort su un mercato difficile ma in espansione.
La risposta di Urquiola e riuscire a fondere lo stile delle tradizionali sedute in paglia di Vienna con forme e materiali proiettati in una dimensione futura, che può anche ricordare le visioni “lunari” delle avanguardie degli anni Sessanta.
Il pezzo più iconico della collezione Canasta è il divano rotondo, composto da un telaio in alluminio che mantiene in tensione una serie di larghi nastri intrecciati in polietilene che lo fanno sembrare una grande cesta.
Questa piccola astronave venuta dal passato assomiglia ancor più a una macchina del tempo – il relax non è sempre la proiezione in un’altra dimensione temporale? grazie a un’ultima invenzione: una veletta curva apribile a protezione dei raggi solari.
In Canasta il tema dell’intreccio è progettato anche in senso strutturale.