Stefano Giovannoni e Guido Venturini (i King-Kong) esordiscono nel catalogo Alessi nel 1989, con il Girotondo, piena espressione della loro ricerca orientata alla contaminazione del good design con la cultura popolare.
I due rinunciano al disegno dell’oggetto (la forma del vassoio è la più basica che ci sia), un semplice piatto circolare, e si concentrano invece sulla comunicazione.
L’icona dell’omino stilizzato, che e poi quella che ritagliano i bambini nella carta, e un riferimento che appartiene a tutti, legato al mondo dell’infanzia e della memoria.
Qui viene ritagliata nel metallo: e una citazione che tutti possono capire e riporta il figurativo all’interno di un contesto, quello del design, da cui era stato bandito.
Nei loro lavori precedenti, i King-Kong avevano espresso l’interesse per l’oggettistica spontanea, per tutto quel mondo di oggetti considerati kitsch che la gente comune ama mettersi in casa: l’aver introdotto questi riferimenti “non colti” nel campo del design fa guadagnare loro l’avversione di una certa fascia di critica “benpensante”.
Ma questo tentativo, provocatorio e cosciente, di avvicinare il design alla cultura popolare, da immediatamente i suoi frutti: Girotondo centra il bersaglio, la comunicazione funziona perfettamente e l’oggetto vende addirittura dieci volte più di quello che era stato previsto dal marketing.
Girotondo segna una tappa fondamentale nella produzione dell’azienda e nell’immagine di se che questa comunica al pubblico: “C’è una Alessi prima e una dopo il Girotondo” dichiara Giovannoni.
Dal primo oggetto, il vassoio, nasce un’intera famiglia che si declina in cestini per il pane, fruttiere, spille, ecc… si tratta delta famiglia best seller del design, quella che nella storia ha fatto segnare il record assoluto di vendite: oltre sette milioni di pezzi fino a oggi.
“Andiamo da Alberto Alessi e gli portiamo questi book di oggetti lontani anni luce da quello che poteva essere suo mondo… Egli non capisce bene cosa avremmo potuto combinare per lui, però ci chiede di provare a disegnare qualche oggetto, tra cui un vassoio. II giorno dopo nacque il Girotondo“.
Semplice vassoio tondo in acciaio, caratterizzato dalle sagome degli omini traforati con il punzone, questo oggetto tecnologicamente semplice, dona all’azienda nuova energia.
Le caffettiere di Aldo Rossi e i bollitori di Michael Graves, oggetti “colti” e di realizzazione complessa, quindi molto costosi, possono raggiungere solo una ristretta fetta di mercato.
Il Girotondo invece si propone di “scavalcare il contesto del design ufficiale per riconnettere il design con la cultura popolare.
Nel Girotondo sono condensati anni di ricerche alla Facoltà di Architettura e con Remo Buti.
C’era un atteggiamento critico nei confronti della disciplina, come nel design radicale. Un atteggiamento provocatorio che scandalizzò, e che molti non capirono”.
Lo capisce Alberto Alessi però, anche se ci vogliono tre anni prima che questo oggetto, come era nella sua natura, desse vita a una intera famiglia di cestini, spille, ecc. che è diventata nel tempo la famiglia di maggior successo non solo di Alessi, ma, storicamente, come numeri, la famiglia best seller in assoluto della storia del Design, con oltre sette milioni di prodotti venduti.
Spiega ancora Giovannoni: “Nel Girotondo è importante l’aver capito il bisogno d’inserire un messaggio figurativo all’interno dell’oggetto, quindi non giocarlo più sul design ma sulla comunicazione: questo e un vero e proprio salto di livello.
Noi, da buoni post-radicali, ne siamo perfettamente consapevoli, rifiutando il design dell’oggetto e utilizzando la sua essenza più concettuale, il vassoio che puoi trovare nel supermercato.
Su questo viene praticata la traforatura che lo caratterizza e al tempo stesso diventa elemento di linguaggio”.
Girotondo è il primo prodotto industriale partorito da King-Kong, e anche l’ultimo firmato insieme.