La passione per l’india ebbe un’influenza cruciale nel lavoro di Ettore Sottsass che, nel 1981, dette a una delle lampade da tavolo disegnate per Memphis Milano il nome di un antico imperatore indiano, Ashoka.
Come in altre opere del periodo, tra cui la libreria Carlton, anche in Ashoka forte è il richiamo al design totemico utilizzato, in questo caso, per mettere in mostra le lampadine che richiamano alla memoria le luminarie carnevalesche.
É una delle lampade più rappresentative e conosciute di Ettore Sottsass e di Memphis Milano, vera icona dell’unicità del design italiano.
Oggetto di culto da parte dei collezionisti, è presente in numerose collezioni museali internazionali tra cui quella dell’Indianapolis Museum of Art, del Denver Art Museum e del Victoria & Albert Museum di Londra.
La struttura è in metallo verniciato a fuoco con l’aggiunta di alcuni inserti cromati.
DeIle sei lampadine di cui si compone, cinque sono a vista mentre la sesta, alogena, è nascosta dentro il parallelepipedo giallo sopra la traversa blu.
Una targhetta alla base ne certifica corredata, in alcuni casi, anche dal “sigillo di autenticità” garantita da Memphis Srl attraverso un QR code.
Ettore Sottsass diceva che un designer dovrebbe sapere che gli oggetti possono diventare lo strumento di un rito esistenziale, non solo cose che si usano.