La più famosa sedia Thonet, la cosiddetta sedia da caffè viennese, porta il prosaico nome di “Numero 14”.
Smontata, conta sei pezzi: nelle casse da un metro cubo nelle quali veniva spedita in giro per il mondo, era possibile sistemare ben 36 sedie, in tutto 216 pezzi.
Già alla fine del diciannovesimo secolo era un bestseller dell’esportazione, un prodotto seriale di massa che veniva venduto su scala mondiale e trovava la sua collocazione nei luoghi più remoti.
Sia da un punto di vista formate che funzionale, la sedia da caffè, la cui produzione in serie e iniziata net 1859, non e soltanto la quintessenza del mobile di legno curvato: ridotta a pochi elementi essenziali, essa è il simbolo dell’avvenuto passaggio dalla produzione artigianale a quella industriale, ed è uno dei grandi modelli per il design del primo Novecento.
Il suo inventore, Michael Thonet, figlio di un conciatore di Boppard, in Renania, venne al mondo nel 1796.
In quell’epoca l’Europa è politicamente dilaniata dalle rivoluzioni, economicamente e socialmente è scossa dai grandi rivolgimenti che gli inizi dell’industrializzazione portano con se, e che daranno un’impronta anche alla carriera dell’ebanista e artigiano Thonet.
Con l’avvento del nuovo secolo si annuncia la fine dell’epoca in cui la produzione artigianale di pezzi unici di squisita fattura costituisce ii presupposto della vita professionale di un ebanista.
In seguito all’industrializzazione nasce la domanda di tecnologie e metodi di produzione innovativi, nonchè di nuove strategie di distribuzione e processi produttivi.
Michael Thonet, che inizialmente si attiene ancora alle tecniche tradizionali del mestiere, accetta la sfida come pochi altri fra i suoi contemporanei. Intorno al 1830 incomincia a sperimentare nuovi procedimenti.
E’ particolarmente affascinato dalle tecniche di curvatura del legno, all’epoca già note perchè impiegate con successo soprattutto nelle costruzioni navali.
Queste non promettono solo la realizzazione di linee eleganti e al tempo stesso essenziali: garantiscono anche una buona base tecnica per i procedimenti di una produzione industrializzata.
E tuttavia, in un primo momento Thonet pagherà cara la sua voglia di sperimentazione: la battaglia per il conseguimento dei necessari brevetti lo porta più di una volta sull’orlo della rovina.
Dovrà passare un quarto di secolo, (nel frattempo, dopo una vita professionale molto movimentata), si è stabilito a Vienna per arrivare a perfezionare la tecnica della curvatura del legno cosi da ottenere risultati proficui nella produzione di mobili in serie.
E la domanda è grande.
Non sono solo gli spazi privati di una società urbana di impronta borghese a richiedere arredi flessibili a prezzi di convenienza; anche i nuovi spazi pubblici della borghesia vogliono essere arredati: cosi saranno i caffè a rendere celebri i mobili Thonet.
Soprattutto la sedia da caffè, diversamente dalla maggior parte degli esclusivi “incunaboli” della storia del design, resterà un pezzo di design pubblico.
Nessun’altra sedia può vantare altrettante imitazioni. E intanto intere generazioni di designer e architetti continuano ad attingere a questa “moderna fonte di tutte le idee e le riflessioni sul concetto di sedia”.