La sedia oscillante (cantilever)

Questa sedia senza gambe posteriori è diventata nel frattempo un arredo ben poco appariscente.

Fu esibita per la prima volta nel giugno 1927 in occasione dell’esposizione Die Wohnung (L’appartamento) a Stoccarda-WeiBenhof, dove venne presentato al pubblico un nuovo modo di costruire e di abitare.

Furono due gli architetti a esporre sedie a sbalzo (o cantilever) realizzate in tubolare d’acciaio: l’olandese Mart Stam e il tedesco Ludwig Mies van der Rohe, anche se non mancavano sedie realizzate con lo stesso materiale, tutte però con quattro gambe.

Quelle di Stam e Mies van der Rohe erano entrambe a sbalzo, ma costruite in modo diverso.

La sedia di Stam era di forma cubica, quasi rettangolare, ed era costituita da un tubo continuo in acciaio. Questo veniva formato a freddo, misurava solo 20 millimetri di diametro ed era verniciato di grigio.

La seduta e lo schienale erano di gomma o di tessuto grezzo.

La sedia di Mies van der Rohe era anch’essa disegnata con un’unica struttura continua, ma il tubo in questo caso descriveva una linea curva, di forma semicircolare.

Anche qui l’architetto aveva utilizzato acciaio formato a freddo, ma il diametro misurava 25 millimetri e il tubolare non era verniciato ma nichelato. La seduta e lo schienale erano realizzati in tessuto di filo paraffinato.

Come avvenne che entrambi gli architetti decisero di eliminare le gambe posteriori delle loro sedie? Testimonianze dell’epoca riferiscono che Stam trasse ispirazione dai sedili delle auto: in effetti, automobili, aeroplani e treni dell’epoca avevano talvolta telai a sbalzo in acciaio.

Nell’edilizia il cemento armato e la costruzione di acciaio rendevano possibile l’applicazione del principio dello sbalzo, e di conseguenza il superamento della forza di gravità.

Nella produzione di sedie questo era tecnicamente ottenibile solo con l’utilizzo di un materiale nuovo: l’acciaio formato a freddo era abbastanza robusto da reggere il peso della persona seduta sulla struttura a sbalzo, e anche sufficientemente elastico da flettere e molleggiare senza supporto.

La storia ebbe inizio nel 1926 a Rotterdam, dove Mart Stam si costruì una sedia usando un comune tubo del gas: i pezzi di tubatura erano giuntati utilizzando gomiti, una tavoletta fungeva da seduta.

Nel novembre 1926, durante la preparazione dell’esposizione di Stoccarda, Stam fece uno schizzo della sua sedia in presenza, fra l’altro, di Mies van der Rohe.

In seguito la realizzò in tubolare d’acciaio e la fece produrre per i suoi appartamenti-modello.

Mies van der Rohe riconobbe l’importanza dell’idea di Stam, ma trovava brutto il suo schizzo della sedia in tubatura.

Con l’impiego di un tubo più robusto in un’unica linea curva e della nichelatura, egli trasferì il principio della sedia cantilever in un progetto differente.

La sua versione era leggera e oscillava; la forma arcuata e il tubolare di acciaio lucente conferivano alla sedia un’eleganza classica.

Un anno più tardi, nel 1928, Marcel Breuer progettò per Michael Thonet una versione modificata di questa sedia. Adoperò un tubo di acciaio cromato più spesso e oscillante; lo schienale non era più perpendicolare alla seduta come nel modello di Stam, ma lievemente inclinato.

Questo garantiva una maggiore comodità e dava alla sedia un aspetto meno spartano. Se si considera lo sviluppo della sedia cantilever dal 1930 a oggi, si può constatare che dei tre modelli originari, solo quelli di Mies van der Rohe e Breuer ebbero successo.

Dall’inizio degli anni trenta le sedie in tubolare diventarono di moda, e la cantilever un arredo molto richiesto. La concorrenza fra i produttori porta in breve ai processi per i diritti d’autore.

Nel 1932 la corte suprema del Reich li attribuì definitivamente a Mart Stam, e non soltanto per lo specifico modello del 1927, ma per tutte le sedie di forma rettangolare costruite in base allo stesso principio.

Ne consegui che nei cataloghi di vendita tedeschi svariati progetti di Breuer dovettero essere attribuiti a Stam, cui spettavano anche le tasse di licenza. Dopo la guerra, comunque, molti particolari di questa storia finirono nell’oblio, cosicchè i vari modelli furono attribuiti ora all’uno ora all’altro dei tre architetti.

il prototipo di Mart Stam

 

 

La sedia MR10 di Mies van der Rohe per Berliner Metallgewerbe Müller
La sedia B32 (meglio nota come Cesca) di Marcel Breuer per Thonet

 

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