Un tubo che accortamente si curva a disegnare in basso e poi in alto due circonferenze che diventano una base stabile e uno spazio di appoggio, che accoglie per questo due pianetti in laminato plastico stratificato: ecco Chichibio, precisa rilettura e aggiornamento tecnologico di un piccolo mobile portaoggetti che Gino Levi Montalcini e l’eroico Giuseppe Pagano avevano progettato insieme per un interno torinese realizzato nei primi anni Trenta.
Curioso nella sua forma anomala, è uno degli esempi più brillanti di oggetti in tubolare metallico disegnati da progettisti italiani, che mostra un’autonomia linguistica e una chiara originalità rispetto alla grande stagione internazionale, per questo allineato alle “forme degli oggetti nell’architettura moderna” di cui parlavano i “nostri padri fondatori” sulle pagine di “Casabella” e “Domus“: e di questo si accorge Zanotta nel 1981 inserendolo nel proprio catalogo.
Un intelligente concentrato di storia del design e dell’architettura, un piccolo, versatile complemento di design.
Chichibio di Zanotta puo’ essere sfruttato anche come tavolino portatelefono o portaoggetti, quegli oggetti che spesso si prendono con sé uscendo al mattino e di cui ci si libera la sera, di solito posandoli dove capita perché non hanno una collocazione fissa ma che e’ essenziale avere sempre a portata di mano.
La struttura a tubi in acciaio cromato da 20 mm di diametro ne assicura robustezza, inalterabilità e la possibilità di sfruttare il portaoggetti in qualunque ambiente, in parte anche grazie all’aspetto neutro del metallo.
La validità delle idee e della realizzazione alla base del suo design sono tali per cui non si è infatti mai reso necessario interromperne la produzione.
Le ragioni del successo di Chichibio come portaoggetti o svuota tasche stanno soprattutto nella praticità e discrezione con cui le sue linee molto moderne si fondono senza scosse con ogni tipo di arredamento e si ambientano in qualsiasi locale della casa.